venerdì, 13 Dicembre 2024
16.1 C
Comune di Sassuolo
HomeModenaLe instabilità articolari nell’arto superiore: un convegno al Policlinico di Modena





Le instabilità articolari nell’arto superiore: un convegno al Policlinico di Modena

Sabato 24 marzo 2017 l’Aula Magna del Centro Didattico Interdipartimentale della Facoltà di Medicina e Chirurgia ospita il convegno “Le instabilità articolari nell’arto superiore” organizzato dal prof. Fabio Catani (Direttore Ortopedia e Traumatologia del Policlinico), dal dottor Roberto Adani (Direttore Chirurgia della Mano del Policlinico) e dal dottor Pier Bruno Squarzina (Direttore Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale Civile di Baggiovara) con lo scopo di fare il punto su tutti gli aspetti di patologie come la lussazione gleno-omerale (spalla), la lussazione del gomito, l’instabilità del carpo, con un focus particolare sui traumi sportivi.

I lavori cominceranno con i saluti del prof. Angelo O. Andrisano, Magnifico Rettore di UNIMORE, del dottor Ivan Trenti, Direttore Generale dell’AOU di Modena e di Mons. Erio Castellucci, Arcivescovo Modena-Nonantola.
Il convegno è l’occasione per inaugurare idealmente il Centro di Alta Specialità dell’Arto Superiore, una struttura istituita recentemente dall’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena nella quale convergono competenze e professionalità presenti tanto nel Policlinico che nell’Ospedale Civile, arricchitesi grazie all’arrivo dall’Azienda USL della Romagna del prof. Giuseppe Porcellini, uno dei massimi esperti del settore che, dal 1 aprile 2018 sarà in forza all’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena. A lui sarà affidato il compito di moderare la sessione relativa alla lussazione del gomito. Napoletano di origine ma forlivese di adozione, classe 1961, il prof. Porcellini vanta una grande esperienza nella cura delle patologie della spalla, tanto che diversi sportivi di fama mondiale si sono rivolti con fiducia a lui Tra loro, di recente, il prof. Porcellini è intervenuto su Giulio Sabbi, lo schiacciatore dell’Azimut Modena. Alcuni dei suoi pazienti – come l’ex pilota di Formula 1 Riccardo Patrese –  racconteranno della loro esperienza durante il convegno.
“La lussazione gleno-omerale rientra nel quadro dell’instabilità della spalla assieme alla sub-lussazione ed alla patologia da iperlassità – spiega il prof. Fabio Catani – L’instabilità deriva da un episodio traumatico solitamente ad alta energia, in cui vengono lesi i legamenti gleno-omerali (in particolare il legamento gleno-omerale inferiore), il labbro glenoideo con avulsione della capsula gleno-omerale (lesione di Bankart). Questa patologia può essere acuta o cronica e la terapia può essere conservativa o chirurgica, sia artroscopica sia open. La letteratura internazionale rivolge particolare attenzione al primo episodio di instabilità e ai trattamenti mirati che possano evitare recidive o rigidità secondarie. Tali problematiche verranno trattate dai vari opinion leader italiani che interverranno al congresso, cercando di stabilire un comune trattamento che possa evitare gravi danni all’articolazione.” I due ospedali modenesi trattano circa 60 pazienti con lussazione gleno-omerale all’anno.
“La lussazione del gomito – aggiunge il dottor Pier Bruno Squarzina – è la perdita dei normali rapporti tra le ossa che costituiscono questa articolazione in seguito a lesioni legamentose pure (lussazione semplice) o associate a fratture (frattura-lussazione). La causa della lussazione semplice di solito è la caduta sul palmo della mano atteggiata a difesa con il gomito leggermente flesso. Le fratture- lussazioni sono spesso conseguenza di traumi ad alta energia (ad es. incidenti stradali)”. Il trattamento in urgenza delle lussazioni semplici consiste nella “riduzione” della lussazione con manovre esterne, riportando le ossa nella loro posizione dopo aver eseguito un esame radiografico che conferma il sospetto di lussazione ed esclude la presenza di fratture; “si dovrà controllare la funzione residua dei legamenti con test specifici e decidere il trattamento più indicato”. Le fratture- lussazioni richiedono sempre un trattamento chirurgico volto alla riparazione delle lesioni scheletriche e legamentose. Fondamentale per ottenere un buon recupero funzionale è un trattamento fisiatrico e riabilitativo adeguato. I due ospedali modenesi trattano circa 40 pazienti con lussazione del gomito all’anno. La lussazione di gomito è la seconda più frequente con una percentuale di 2.65 per 100.000 persone-anno.
“Le instabilità del carpo – spiega il dottor Roberto Adani – possono derivare da traumi del polso sia legati ad attività sportive sia a causa di infortuni sul lavoro o di incidenti stradali. Un polso deve essere considerato instabile quando si ha la perdita del fisiologico rapporto anatomico o cinematico delle ossa carpali. La lesione iniziale è spesso a carico del legamento scafo-lunato, non sempre riconosciuta e non sempre adeguatamente trattata. Uno dei principali problemi correlati alle instabilità carpali è il ritardo nella diagnosi, quando ormai le complicanze come l’artrosi secondaria e il collasso carpale si sono già instaurate e sono in fase avanzata. È pertanto importante una diagnosi precoce. Oltre ad un attento esame clinico, la diagnostica radiologica associata ad accertamenti quali l’esame artroscopico risultano indispensabili. La stretta collaborazione tra il chirurgo della mano, il radiologo, il fisiatra e i terapisti della riabilitazione, come avviene al Policlinico, ne garantisce il corretto e moderno trattamento. Si tratta di sinergie fondamentali per qualunque Percorso Diagnostico Terapeutico che prenda forma o ne abbia già presa in passato, per altre progettualità simili, in un Centro di Eccellenza e Riferimento Regionale come da 15 anni è il nostro Servizio di Chirurgia della Mano e Microchirurgia”.
“Sono molto grato al dottor Ivan Trenti, al prof. Angelo O. Andrisano e al prof. Fabio Catani – ha commentato il prof. Giuseppe Porcellini – per l’occasione che mi hanno dato di lavorare a Modena, città che vanta una lunga ed eccellente tradizione in questo settore e dove sono convinto si possa operare davvero bene. Il nostro obiettivo è costruire un centro di alta specializzazione dell’arto superiore che abbia una forte vocazione su trauma sportivo, un settore dove è necessaria una grande casistica e per il quale qui esistono le migliori condizioni successo”.
Il nuovo centro di Alta specializzazione dell’arto superiore dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena nasce per integrare le funzioni delle Ortopedie e Traumatologie dei due ospedali e della Chirurgia della Mano del Policlinico. Si tratta di strutture di terzo livello con importanti competenze e casistiche nella gestione di patologie complesse di natura traumatica, congenita e degenerativa dell’arto superiore. L’obiettivo è quello di realizzare percorsi che consentano al paziente un rapido inquadramento diagnostico e terapeutico multidisciplinare caratterizzato dalla collaborazione tra differenti professionisti. L’auspicio è quello di realizzare nella nostra città, come sottolinea il dottor Adani, uno dei grandi sogni del prof Augusto Bonola, tra i padri dell’Ortopedia modenese e della Chirurgia della Mano a livello nazionale: “la creazione di un luogo in cui il paziente possa trovare le risposte per tutte le patologie dell’arto superiore, dalla spalla alle lesioni ungueali”.

















Ultime notizie