venerdì, 29 Marzo 2024
13 C
Comune di Sassuolo
HomeRegioneDipendenze patologiche. Cura e prevenzione, Regione in campo: oltre 33mila assistiti dalle...




Dipendenze patologiche. Cura e prevenzione, Regione in campo: oltre 33mila assistiti dalle Ausl, quasi 80mila contattati sui comportamenti a rischio

Nel 2016 erano 33.700 le persone assistite dalle Ausl dell’Emilia-Romagna per problemi di abuso e dipendenza patologica: un numero aumentato nel tempo, ma con una tendenza alla stabilizzazione negli ultimi anni. E mentre nel 1991 il 90% delle 7mila persone in trattamento lo era per dipendenza da eroina, oggi il 65% lo è per dipendenza da sostanze illegali nel loro complesso; l’eroina è ancora la principale, ma aumenta la cocaina, che tra i più giovani è il primo tipo di droga assunta. La restante parte degli utenti accede ai SerDp (Servizi per le Dipendenze patologiche) per problemi legati all’alcol (25%), al tabacco (5%), al gioco d’azzardo (5%). L’età media degli assistiti si sta alzando: il 50% ha più di 39 anni, popolazione che nel 2006 rappresentava il 20%.

A fornire il quadro delle dipendenze patologiche in Emilia-Romagna è stato oggi in Assemblea legislativa l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, che in un’informativa ai consiglieri ha illustrato le azioni messe in campo dalla Regione, a partire da uno specifico programma regionale, per la prevenzione, la cura e il contrasto alle dipendenze: da sostanze legali, quindi alcol e tabacco, illegali (oppiacei, cocaina, cannabis), oppure dipendenze senza sostanze (gioco d’azzardo patologico).

“Come dicono i numeri, le caratteristiche dei consumi e dei consumatori negli anni sono cambiate e hanno richiesto, da parte nostra, la capacità di fornire risposte adeguate al cambiamento- ha sottolineato Venturi-. Proprio per far fronte a queste nuove complessità, nel 2016 abbiamo approvato il nuovo ‘Programma regionale per le dipendenze patologiche’. Uno strumento che, oltre a confermare le azioni già adottate per la prevenzione, il trattamento delle persone con dipendenza, la riduzione dei rischi correlati all’uso e la riduzione del danno, mette in campo percorsi differenziati per popolazione e tipo di dipendenza. Fondamentale- ha aggiunto l’assessore- è il lavoro di rete tra le istituzioni e il territorio, che nel tempo abbiamo rafforzato e diversificato, senza mai abbassare la guardia su un problema, quello delle dipendenze, che non guarda in faccia nessuno e negli anni è aumentato”.

Chi sono le persone dipendenti
Per quanto riguarda l’identikit degli assistiti, si registra una rilevante differenza d’età a seconda dell’area problematica: i giocatori e gli alcolisti sono più anziani, gli assuntori di droghe illegali sono più giovani. In generale, gli assistiti sono poli-assuntori, con la tendenza ad associare l’alcol a tutte le altre sostanze. Tra i nuovi utenti l’età media è più bassa e l’accesso avviene in misura significativa per problemi legali (Prefettura, sanzioni alla guida, carcere). Significativa la presenza di non residenti: il 16,2% degli assistiti – con picchi del 25% a Bologna – proviene infatti da altre regioni, e si tratta di studenti universitari, persone in carcere, cittadini non italiani (questi ultimi rappresentano il 12% degli utenti). I posti letto accreditati in Comunità terapeutica sono 1.470 e il numero di inserimenti è stabile: circa 2.500 l’anno.

Il Programma regionale Dipendenze patologiche
Nel 2016, dopo aver svolto approfondimenti con i servizi per le dipendenze e con il Coordinamento regionale degli Enti accreditati per le dipendenze, la Giunta regionale approva il nuovo “Programma regionale Dipendenze patologiche”, che fissa gli obiettivi per il triennio 2017-2019.

Il programma orienta i Servizi per le dipendenze patologiche alla predisposizione di percorsi differenziati per popolazione e per tipologia di dipendenza. In particolare: per il consumo di sostanze tra gli adolescenti e i giovani, con un lavoro sulla famiglia ed una collaborazione con istituzioni e servizi del territorio come scuole, spazi giovani dei consultori, servizio sociale minori, servizi e offerte degli Enti locali; per le persone con dipendenza da sostanze stupefacenti e per la dipendenza da alcol, che costituiscono ancora il core principale degli interventi; per la dipendenza da gioco d’azzardo ed altre emergenti.

Per quanto riguarda gli stranieri, per favorire il loro accesso ai servizi viene attivata, se necessaria, la mediazione linguistica e culturale. Infine, per gli adulti con più di 45 anni vengono predisposti percorsi personalizzati, sulla base di progetti definiti con le Unità di valutazione multidimensionale delle Ausl, per salvaguardare le autonomie residue e facilitare la permanenza delle persone nel proprio domicilio, quando possibile (cohousing, gruppi famiglia e comunità di accoglienza).

Altri strumenti in campo
Tra gli altri strumenti adottati dalla Regione, vi è la promozione del benessere e prevenzione dei rischi rivolta ad adolescenti e giovani all’interno del “Progetto adolescenza”: in ambito scolastico gli interventi, a cui nel 2016 hanno partecipato 151 istituti dell’Emilia-Romagna, prevedono la formazione degli insegnanti, la partecipazione attiva degli studenti e il sostegno alle famiglie. In molte scuole sono attivi gli sportelli per l’ascolto, l’individuazione precoce di eventuali problematiche e il supporto individuale o sulla classe.

Le azioni di prevenzione dei comportamenti a rischio e riduzione del danno sono svolte, oltre che dai Servizi dipendenze patologiche delle Ausl, anche da 29 Unità di Strada e strutture a bassa soglia d’accesso, attivate da Ausl e Comuni e gestite dal Terzo settore, che contattano annualmente oltre 77.000 persone (anno 2016) nei luoghi del divertimento o in strada (erano circa 53.000 nel 2013) ed effettuano 18.000 etiltest per misurare il tasso alcolemico e dare consigli per dissuadere le persone dalla guida. Sono attivi anche alcuni servizi di consulenza online su temi legati al consumo di sostanze psicoattive, gioco d’azzardo, affettività e sessualità.

Inoltre vengono organizzati interventi di promozione di sani stili di vita negli ambienti di lavoro, in collaborazione con i Dipartimenti di Sanità pubblica, corsi info-educativi per guidatori a cui è stata ritirata la patente per guida sotto l’effetto di alcol e sostanze (complessivamente 3.568 partecipanti ai corsi nel 2015, contro i 2.298 del 2013) e interventi di formazione degli istruttori di scuola guida sugli effetti di alcol e sostanze. Dal 2011 è in vigore un Protocollo di collaborazione tra Regione e Associazioni di auto-mutuo-aiuto in campo alcologico, esteso anche alle Università della regione per collaborazioni in campo formativo.

Il trattamento dell’abuso e della dipendenza da sostanze è effettuato dalle Ausl (Servizi per le dipendenze patologiche, che hanno sostituito i vecchi Servizi per le tossicodipendenze), in collaborazione con il privato sociale accreditato. Dal 2008 le Comunità convenzionate sono state accreditate come strutture sanitariee partecipano, assieme ai Servizi per le dipendenze, alla verifica e al miglioramento continuo dei percorsi residenziali, con programmi di formazione, innovazione organizzativa e con l’adozione di una cartella clinica condivisa. Negli anni, pertanto, i Servizi si sono dovuti attrezzare per essere attrattivi e competenti anche per tipologie di dipendenza o di abuso che in passato non accedevano ai Servizi. Anche la collaborazione con gli Enti accreditati e i Comuni si è arricchita, rafforzata e modificata nel tempo, con l’obiettivo di discutere i bisogni dei territori e dare risposte sempre più articolate e diversificate alle nuove esigenze.
















Ultime notizie