Non solo gli operai agricoli, ma anche i lavoratori autonomi agricoli, ovvero i coltivatori diretti, che svolgono i medesimi lavori e anche con maggiore intensità, devono essere ricompresi tra le attività usuranti da esentare dall`adeguamento automatico dell’età pensionabile all’aspettativa di vita. E’ quanto chiede Coldiretti Modena nel commentare l’ipotesi dello stop dell’aumento a 67 anni dell’età dal 2019 per 15 categorie di lavori gravosi: oltre alle 11 già fissate dall’Ape social, altre 4 (agricoli, siderurgici, marittimi e pescatori).
Il lavoro nei campi, soprattutto nell’agricoltura ad alta specializzazione come quella modenese con le colture frutticole, vitivinicole e gli allevamenti, ha tutte le caratteristiche per rientrare tra le attività usuranti da esentare dall`adeguamento automatico dell’età pensionabile all’aspettativa di vita – commenta Coldiretti Modena -, ben venga dunque l’estensione alla categoria degli operai agricoli dell’ipotesi di anticipo pensionistico da riconoscere quali soggetti che svolgono lavori usuranti ma deve naturalmente ricomprendere anche i coltivatori diretti.
L’estensione della deroga nelle campagne è una spinta per il ricambio generazionale in un settore dove si assiste ad una crescente domanda di lavoro da parte di giovani, ma anche una necessità per ridurre, con nuove energie, l’impatto degli infortuni sul lavoro in agricoltura dove – conclude la Coldiretti modenese – hanno una incidenza più elevata rispetto agli altri settori.