«Serve un “Piano Marshall” per bonificare la Pianura Padana dall’inquinamento dell’aria. Se fossi nei Presidenti delle Regioni interessate prenderei la recente foto di Nespoli o una qualunque dal satellite, e insieme a qualche scolaresca la porterei al Governo. Rischiano di essere loro a subire comportamenti e scelte sbagliate o non fatte. Perché se questa è la situazione prima dell’inverno come pensiamo sia tra qualche mese con tutti gli impianti di riscaldamento accesi? Conosciamo perfettamente cosa bisogna fare e siamo consapevoli che gli interventi emergenziali sul traffico sono azioni necessarie ma non risolutive», afferma Alessio Mammi, Sindaco di Scandiano.
«Occorre aggredire in modo strutturale il problema e sulle scrivanie di Sindaci, Presidenti e Ministri ci sono già lunghi elenchi di interventi che migliorerebbero di molto la situazione. Potenziamento del trasporto pubblico, ferrovie, mezzi moderni, sostituzione dei veicoli privati più vecchi, piste ciclabili, ristrutturazione dei sistemi di riscaldamento privati, riqualificazione e contenimento energetico, telelavoro ecc. I progetti ci sono già perché le Amministrazioni locali da tempo li hanno, compresa la nostra. Qualcosa si è iniziato a fare ma occorre accelerare, serve un salto di qualità. Perché il problema è serio e non riguarda solo l’ambiente ma anche la salute. Per realizzare i progetti serve però un grande investimento economico destinato a questo e soprattutto ai territori maggiormente interessati. Probabilmente miliardi di euro (non 16 milioni come prevede l’Accordo sulla qualità dell’aria sottoscritto qualche mese fa!) che però, oltre ai benefici ambientali, genererebbero anche migliaia di posti di lavoro. Un vero e proprio “Piano di rigenerazione ambientale” della più produttiva e densamente abitata area del Paese. In cui ogni giorno decine di milioni di cittadini viaggiano e lavorano generando ricchezza, sociale ed economica. Sarebbe importante aiutarli almeno a respirare aria più pulita. Servirà poi un grande impegno culturale da parte di tutti perché dovremo anche cambiare profondamente le nostre abitudini. Iniziando a considerare questo problema come prioritario. Ne va non del futuro ma del presente delle nostre comunità. Soprattutto delle fasce più deboli della popolazione, più esposte ai rischi dell’inquinamento. Lasciamo loro un mondo migliore di quello che abbiamo trovato. Almeno respirabile», conclude Mammi.