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A Modena i criteri di accesso al nido aggiornati ogni anno

L’esigenza di individuare criteri per l’attribuzione dei punteggi per l’ammissione al nido nasce dalla necessità di poter ordinare le domande in base al grado di necessità che le famiglie hanno del servizio. Lo ha spiegato l’assessore alla Scuola del Comune di Modena Gianpietro Cavazza in Consiglio comunale giovedì 19 ottobre rispondendo all’interrogazione del M5s presentata da Elisabetta Scardozzi.

La consigliera, domandando chiarimenti su alcuni criteri di assegnazione del punteggio nel bando asili nido, ha in particolare chiesto se non si ritenga opportuno “modificare la procedura in modo da considerare il punteggio derivante dalla situazione dei nonni anche per i genitori che risultano non occupati, in modo da favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro”. Facendo inoltre notare come, ai fini del punteggio, l’orario degli insegnanti statali a tempo pieno sia fissato convenzionalmente in 35 ore, ha chiesto se non si ritenga di “modificare la procedura in modo da applicare agli insegnanti di scuole parificate e convenzionate gli stessi criteri”.

L’assessore ha chiarito che “ogni anno viene fatto un aggiornamento dei criteri per l’ammissione al nido d’infanzia il cui iter prevede la preventiva acquisizione del parere del Coordinamento Consigli di gestione di nidi e scuole d’infanzia comunali e convenzionati, di cui fanno parte anche i genitori, e successivamente l’approvazione in Giunta”. Ha quindi spiegato che la definizione dei criteri e l’attribuzione di punteggi servono a determinare il grado di ricevimento rispetto alla scelta della struttura e la precedenza nell’accesso. C’è infatti chi entra già da settembre e chi lo potrà fare nei mesi successivi: ad esempio per l’anno educativo 2017/2018, erano 442 le domande in lista di attesa a luglio nel momento della pubblicazione della graduatoria, mentre a settembre già 203 di queste erano state accolte per effetto delle rinunce e le sostituzioni dei rinunciatari continueranno fino a marzo.

La logica finora adottata nell’elaborare i requisiti per l’accesso al nido è stata intesa a garantire le famiglie con entrambi i genitori occupati e con carenza di rete parentale. A parità di altre condizioni, le situazioni in cui entrambi i genitori lavorano a tempo pieno con contratti superiori a sei mesi e che non possono godere dell’aiuto dei nonni, raggiungono un punteggio più elevato rispetto a chi non lavora o ha occupazioni precarie e, parimenti, non ha l’aiuto dei nonni, poiché il punteggio attribuito ai nonni è considerato ‘secondario’, si applica cioè nella misura in cui il genitore non possa accudire il figlio perché al lavoro. Ciò serve a garantire alle famiglie con entrambi i genitori occupati un vantaggio in termini di punteggio.

Per quanto riguarda invece il lavoro degli insegnanti, l’assessore ha spiegato che “agli insegnanti di scuola parificata o convenzionata che in sede di istruttoria della domanda evidenzino caratteristiche analoghe agli insegnanti statali, viene applicato per analogia lo stesso criterio delle scuole pubbliche. Fra l’altro, non in tutti i casi è necessario farlo, poiché in molti casi l’orario settimanale completo degli insegnanti di scuole convenzionate o parificate è già ricavabile da documentazione fornita”.

Nella replica la consigliera Scardozzi ha nuovamente sottolineato l’importanza di tenere conto della presenza dei nonni nello stilare le graduatorie, “il loro ruolo infatti è fondamentale non solo per i genitori che lavorano ma anche per i precari e chi è in cerca di un lavoro, anche per favorire l’occupazione femminile. Rimaniamo quindi in attesa – ha concluso – dell’aggiornamento della graduatoria”.

















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