giovedì, 12 Dicembre 2024
16.1 C
Comune di Sassuolo
HomeAppennino ModeneseCastagna, un’annata di qualità





Castagna, un’annata di qualità

Un’annata di eccezionale qualità per la castagna. Dai primi dati raccolti da Confagricoltura, sarà una stagione di grandi soddisfazioni per il frutto dell’Appennino, come conferma il presidente di Confagricoltura Bologna e produttore di marroni di Zocca Guglielmo Garagnani: “Siamo ancora in piena raccolta, circa al 70 per cento, ma è già possibile fare un primo bilancio.

L’annata è di eccezionale qualità, i marroni non sono grandi, ma con un alto tasso zuccherino, dolci e saporiti. Nello scorso fine settimana la sagra di Zocca ha visto una grande affluenza e sono stai venduti oltre 30 quintali di marroni di Zocca con certificato della Camera di Commercio tra cotti e non, segno che il prodotto piace e attrae. La filiera della castagna– precisa Garagnani – necessita di investimenti importanti anche nelle aree boschive, che contribuiscono al presidio e alla tutela del territorio, senza dimenticare l’export: castagne, marroni, ma anche la farina che ne deriva sono molto apprezzati all’estero”.

Così Eugenia Bergamaschi, presidente di Confagricoltura Modena: “La castagna è una produzione agricola troppo spesso sottovalutata, un’eccellenza del nostro territorio che fa reddito in un’area poco valorizzata come l’Appennino. In queste domeniche di ottobre Zocca ospita la Sagra della castagna e questa, come le altre rassegne che si sono susseguite in questi mesi, sono importanti per attirare persone e rilanciare il turismo, che insieme all’agricoltura è il valore aggiunto della nostra montagna”.

“L’andamento, causa la siccità, ne ha ridotto i volumi di raccolta – è il bilancio di Cristiano Fini, presidente della Cia di Modena –  ma la produzione delle castagne dal punto di vista qualitativo è buona, con prezzi interessanti. Occorre sostenere la castanicoltura, perché nei territori montani rappresenta tutt’oggi una fonte di reddito. Inoltre la cura dei castagneti contribuisce a prevenire il dissesto idrogeologico, al contrario l’abbandono del patrimonio boschivo impoverisce un territorio e lo rende più vulnerabile”.

















Ultime notizie