Meno feriti e meno vittime sulle strade dell’Emilia-Romagna, mentre rimane sostanzialmente invariato il numero degli incidenti: nel 2016 sono stati 17.404gli incidenti, 306 i decessi e 23.592 i feriti.
E’ quanto si evince dati provvisori pubblicati dall’Istat e diffusi dall’Ufficio statistico della Regione secondo cui i decessi sono calati del 6% con 20 vittime in meno rispetto al 2015, i feriti dello 0,8%, mentre gli incidenti rimangono pressoché costanti (+0,1%). Il più alto calo di mortalità si è verificato a Parma (-34,4%), seguita da Piacenza (-25%) e da Modena (-14%). Tra le vittime aumentano ancora gli utenti deboli, cioè motociclisti, ciclisti e pedoni, mentre la categoria più colpita è quella degli over 65.
In Emilia-Romagna viene comunque confermata la tendenza alla diminuzione della mortalità sulle strade – con un -24% rispetto al 2010 – che avvicina all’obiettivo del Programma europeo di azione per la sicurezza stradale che prevede la riduzione dei feriti e il dimezzamento del numero di morti entro il 2020.
“Rispetto al 2016 il dato significativo è quel 6% di vittime in meno e quasi l’1% dei feriti- ha commentato l’assessore ai trasporti, Raffaele Donini-. Sul territorio la situazione è a macchia di leopardo ma complessivamente il dato continua a diminuire. Pensiamo che tutte le iniziative e gli investimenti fatti fino ad ora contino: in due anni abbiamo investito 30 milioni di euro in interventi per trasformare i “black point” sulle strade in white point. Non abbiamo intenzione di fermarci: il prossimo appuntamento è a Cervia il prossimo 24 luglio dove daremo il via ad un nuovo cantiere.
E’ sempre difficile guardare a dati che parlano di vittime con soddisfazione-conclude Donini- proprio per questo la Regione continuerà a investire in sicurezza, un impegno che per noi è politico e programmatico ma anche culturale e etico”.
Per la lettura dei dati 2016 il presidente dell’Osservatorio regionale per la sicurezza stradale, Mauro Sorbi, ha evidenziato che “la classe di età maggiormente colpita è quella delle persone over 65, che rappresentano da soli il 37% delle vittime. Regione e l’Osservatorio, sensibili a questo dato che si va consolidandosi, lanceranno a fine estate, una campagna di sensibilizzazione rivolta a questa categoria. Aumenta ancora- ha inoltre sottolineato- il numero di vittime tra gli utenti deboli, che passa dagli 88 del 2014 ai 97 del 2015. Forse molti cittadini non sanno che, con la recente legge sull’omicidio stradale, basta una banalità per “perdere” la patente ed essere iscritti in un procedimento penale. Se ci sono “feriti gravi”, cioè con prognosi superiore a 40 giorni, il guidatore viene denunciato e, se ritenuto colpevole, indipendentemente dalla pena, scatta in automatico la revoca della patente per almeno 5 anni con la necessità di ripetere l’esame di guida”.
I dati in dettaglio
Guardando alle province, il più alto calo della mortalità si è verificato a Parma (-34,4%), seguita da Piacenza (-25%) e da Modena (-14%). Per quanto riguarda i feriti il calo più elevato è a Ravenna (- 6,6%), Reggio Emilia (-3,2) e Ferrara (-2,2%). La provincia con più incidenti è invece Bologna con 3.898, poi Modena (2.818) e Reggio Emilia (1.814).
Il maggior numero di incidenti, il 72%, si registra in ambito urbano, mentre in termini di mortalità, sono le strade extraurbane a segnare la quota maggiore con il 55% dei decessi. Nel primo caso quindi le strade risultano meno pericolose con un morto e centoventisei feriti ogni cento incidenti. L’autostrada, al contrario, ha un rapporto di mortalità quasi quadruplo, decisamente superiori alla media anche le altre strade extraurbane.
Guardando alle persone coinvolte, in particolare per quanto riguarda i decessi, la classe di età più colpita, invece, è quella degli over 65 che, da soli, rappresentano il 37% delle vittime. Seguono le classi di età 40-64 con il 33%, 18-39 con il 25% delle vittime e una riduzione del 10% rispetto ai valori del 2014. Chiudono gli under 18 che rappresentano poco meno del 4% dei soggetti deceduti.
Le persone vittime di incidenti mortali nel 42% dei casi viaggiavano a bordo di un’autovettura, il 16% in moto e il 14% in una bicicletta mentre il 18% erano pedoni: i dati confermano che il numero più altro di vittime si trova, sia in valore assoluto sia in termini percentuali, tra gli utenti deboli che passano dagli 88 del 2014 (27% sul totale dei deceduti) ai 97 del 2015 (32%)./Eli.Col.