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Modena Jazz extra, in piazza XX Settembre arriva Johnny O’Neal

Torna il grande jazz in piazza XX settembre a Modena domenica 16 luglio alle 21 con il Johnny O’Neal trio e ospiti di primissimo piano. Le sere di Modenamoremio nell’Estate modenese 2017 si arricchiscono così di un nuovo appuntamento gratuito degli “Amici del Jazz” che, dopo il successo del Jazz Festival a giugno, mette l’accento sul fatto che Modena è sempre più “città della musica”.

Basti dire che la formazione composta da Johnny O’Neal a piano e voce, Ben Rubens al basso e Itay Morchi alla batteria è definita “the legendary” Johnny O’Neal trio. E a questi musicisti se ne aggiungono come “guest” altri due, del calibro di Jack Walrath alla tromba e Carlo Atti al sax.

La serata è un “regalo” degli Amici del Jazz ai modenesi, che anche nel 2017 hanno seguito con passione il Festival, e si realizza in collaborazione con la società di promozione del centro storico, grazie al sostegno di Regione Emilia-Romagna, Comune di Modena e Fondazione Cassa di risparmio di Modena.

Nato a Detroit 60 anni fa, O’Neal ebbe un momento di notorietà nei primi Ottanta, quando operava a New York collaborando con Clark Terry e con i Jazz Messengers di Art Blakey, Ray Brown, Milt Jackson, e suonava al Blue Note. Lasciata la metropoli nel 1986, ha trascorso i decenni seguenti ad Atlanta, St. Louis e Detroit in condizioni di salute sempre più precarie. Quando la sua esistenza sembrava ormai senza sbocchi, un gruppo di benefattori l’ha aiutato a ristabilirsi e rialzarsi.
Tornato a suonare a New York il pianista ha scoperto che il pubblico apprezzava anche il suo stile vocale, e ha iniziato così anche a cantare accompagnandosi.

Ora, dopo la realizzazione del Cd “O’ Neal is back”, prodotto proprio da Giulio Vannini direttore artistico del Modena Jazz Festival, è apprezzato anche in Europa, dove è stato protagonista di tre tour e a dicembre a Parigi è stato ospite d’onore all’Olympia nella serata di Radio TSF Jazz. La tecnica di O’Neal e il suo stile si pongono in equilibrio tra il linguaggio bop e la tradizione dei pianisti d’anteguerra.

 

















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