Occupazione in calo nel settore industriale in Emilia-Romagna. In calo i posti di lavoro del 2,8%, pari a oltre 11.400 unità, in un anno. Il dato è diretta conseguenza della riduzione delle imprese del comparto: -1,0% a fine marzo, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a consuntivo del 1° trimestre 2017.
I dati sono contenuti nell’ultima indagine congiunturale sull’industria in Emilia-Romagna realizzata da Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa SanPaolo.
“L’andamento negativo riflette ancora, seppure in misura più contenuta rispetto al resto del Paese, la pesante crisi subita dall’industria in Emilia-Romagna. E se a questo indicatore sommiamo il boom certificato dall’ Inps della cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga nel periodo fra aprile e maggio 2017 nell’area metropolitana di Bologna, il capoluogo che fa da traino per tutta la regione, possiamo affermare che i torni trionfalistici sull’andamento dell’economia nella nostra regione adottati da alcuni amministratori locali del Pd sono del tutti fuori luogo”: afferma Tullia Bevilacqua, segretario regionale dell’ Ugl dell’Emilia-Romagna.
In generale, la crescita delle ore di Cigs in Emilia-Romagna ha riguardato essenzialmente gli operai, e in maniera minore gli impiegati. Falcidiato il precariato.
La sindacalista dell’Ugl evidenzia che calo di occupati e aumento della cassa integrazione sono da mettere in stretta relazione alle crisi aziendali più complesse ed ai falliti tentativi di ristrutturazione e riconversione delle imprese, segno che una fetta del settore produttivo dell’Emilia-Romagna dopo la grave crisi economica globale scoppiata nel 2008.
“L’Italia ed anche l’Emilia-Romagna non possono ancora dire di aver superato la gravissima crisi che in questi anni ha colpito duramente il versante occupazionale falcidiando, talvolta irreversibilmente, molti importanti settori produttivi. Non soltanto quello industriale, ma anche i comparti manifatturiero (che continua a mantenere orari di lavoro ridotti a fronte di una produzione in drastico calo), dell’edilizia e del commercio. E a dirlo non è soltanto il sindacato, ma i principali centri nazionali di analisi socio-economica: Istat, Inps, Cnel …”: aggiunge il segretario regionale dell’ Ugl dell’Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua.
Il sindacato ricorda, inoltre, che anche in Emilia-Romagna, regione che vanta un buon livello di export merci, persiste complessivamente un ritardo nel settore industriale ad adeguare le proprie strutture economiche e lavorative alle sollecitazioni del mercato esterno.
Che fare, dunque?
“Questo quadro socio-economico preoccupante ci spinge a ribadire la nostra richiesta di un cambio di passo a governo e Regione con l’adozione di ulteriori misure da intraprendere in difesa dei lavoratori e del diritto al lavoro. E’ necessario un vero e proprio Piano nazionale, e dunque regionale, di sostegno alle politiche industriali che metta al centro delle priorità investimenti , innovazione e creazione di lavoro. La disoccupazione, soprattutto quella giovanile, rimane infatti la vera emergenza da affrontare. Al contrario, ci troviamo ogni anno a discutere dei tagli e delle politiche rigoriste del governo che altro non fanno che colpire lavoratori, giovani e pensionati, ossia le categorie più esposte e colpite dalla crisi economica”: conclude il segretario generale del sindacato Ugl Emilia-Romagna Tullia Bevilacqua.