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Lotta allo smog senza confini: Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto insieme per contrastare l’inquinamento atmosferico nel bacino padano

Investimenti pubblici e interventi comuni per liberare la Pianura padana dallo smog.Oggi a Bologna, nella sede della Regione Emilia-Romagna, il Ministero dell’Ambiente e le Regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto hanno firmato il ‘Nuovo accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano’, nel quale si ribadisce innanzitutto la centralità di una lotta condivisa contro l’inquinamento atmosferico, fenomeno particolarmente intenso nei territori del Nord Italia.

L’intesa punta a misure strutturali e attuate allo stesso modo nelle quattro regioni – regole omogenee di accesso alle Ztl, car-sharing, mobilità ciclo-pedonale, distribuzione diffusa di carburanti alternativi, limitazioni alla circolazione – per dare risposte concrete a un’area di oltre 23 milioni di residenti (il 40% della popolazione italiana).

Ad esse si aggiunge lo stanziamento di 16 milioni di euro complessivi da parte del Ministero: 8 milioni per gli eco-bonus delle Regioni, gli incentivi economici per la sostituzione dei veicoli più inquinanti; 8 milioni per ridurre l’inquinamento prodotto dalle attività agricole e zootecniche, promuovendo le buone pratiche.

Sono inoltre allo studio misure sulle tasse automobilistiche e misure di carattere legislativo per accelerare la progressiva diffusione di veicoli a basse o nulle emissioni, in sostituzione delle tecnologie tradizionali come i diesel.

Condivisa, infine, anche la gestione delle situazioni di emergenza legate al superamento dei limiti di inquinamento da PM10, con divieti temporanei anch’essi comuni e omogenei nelle quattro regioni.

L’accordo è stato firmato dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, e dai presidenti delle Regioni Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e Piemonte, Sergio Chiamparino; e dagli assessori all’Ambiente della Lombardia, Claudia Terzi, e del Veneto, Gianpaolo Bottacin. Presenti gli assessori regionali all’Ambiente dell’Emilia-Romagna, Paola Gazzolo, e del Piemonte, Alberto Valmaggia.

Una firma che ha chiuso la due giorni di lavori su “Government policies on air quality and climate change”, dedicata alle politiche sulla qualità dell’aria e sul cambiamento climatico attuate a livello europeo, nazionale e nei territori del bacino padano, nell’ambito del Progetto comunitario Prepair.

“E’ un accordo importante: per la prima volta le Regioni che insistono sulla Pianura Padana hanno concordato azioni omogenee ed integrate”, sottolinea il ministro Galletti. “Le Regioni hanno approvato Piani sulla qualità dell’aria che si parlano tra loro e qui a Bologna hanno preso impegni a portare avanti ulteriori azioni comuni per migliorare la qualità dell’aria e della vita delle persone”.

“Lo smog non ha colore politico, né confini geografici, e nel nome di un impegno condiviso è davvero arrivato il momento di assumerci tutti la responsabilità di attuare politiche che vadano nella direzione di uno sviluppo sostenibile”, afferma il presidente Bonaccini. “L’accordo di oggi rappresenta una svolta in questo senso, a beneficio soprattutto dei cittadini e delle comunità: in soli cinque mesi abbiamo raggiunto un’intesa importante tra le quattro Regioni e il Governo, con azioni concrete e misure omogenee e comuni per combattere lo smog in un’area vasta come la Pianura Padana, cruciale per il Paese, nella quale si concentrano la gran parte degli insediamenti produttivi e 23 milioni di cittadini. E la Regione Emilia-Romagna farà la sua parte: abbiamo messo il rispetto dell’ambiente e un modello di crescita sostenibile al centro della nostra azione politica, approvando fra gli altri un Piano Aria che fissa obiettivi che vanno oltre a quelli stabiliti dalla Ue un Piano energetico che prevede investimenti per 250 milioni di euro nella green economy, nel risparmio energetico e nelle fonti rinnovabili”.

“Con la firma di questo accordo prosegue il lavoro di coordinamento a livello interregionale su grandi temi di interesse pubblico”, spiega il presidente Chiamparino. “La Regione Piemonte è da tempo attivamente impegnata nel contrasto all’inquinamento anche attraverso progetti capofila, come la tavola semaforica da noi recentemente introdotta e che prevede le varie misure da attuare in caso di sforamento dei livelli di inquinanti dell’aria. E i dati di lungo periodo ci dicono che queste azioni danno risultati concreti e misurabili già nel breve periodo. Con l’intesa odierna creiamo dunque le condizioni perché l’armonizzazione delle azioni di contrasto all’inquinamento crei migliori condizioni di salute e di vita per tutti gli abitanti del bacino padano”.

“La firma del nuovo Accordo di Programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano- commenta l’assessore Terzi- è certamente un importante passo in avanti per combattere la piaga dell’inquinamento in un’area in cui risiede il 40% della popolazione italiana e si produce oltre il 50% del PIL nazionale. Una risposta concreta e forte a una situazione di emergenza che si sta protraendo da troppo tempo. Regione Lombardia è attiva da molti anni sul fronte del miglioramento della qualità dell’aria e l’Accordo di oggi rappresenta il frutto di un lungo lavoro tra le Regioni e il Ministero dell’Ambiente. Sono convinta che la strada giusta per raggiungere gli obiettivi sperati sia proprio questa, lavorare insieme per attuare azioni mirate e comuni. Attraverso questa intesa le Regioni e il Ministero interverranno in maniera sempre più determinate sulla riduzione delle emissioni anticipando in questo anche altri Paesi e regioni europee”.

“Le criticità del bacino padano- ricorda l’assessore Bottacin- sono determinate dalle condizioni meteo stagionali e dalla sua collocazione geografica rispetto al movimento delle masse d’aria. Ma l’efficacia degli interventi si misura sul medio e lungo periodo, non sui picchi di una singola stagione, che possono essere più o meno elevati. Dal 2002 in poi in Veneto la situazione della qualità dell’aria è andata costantemente migliorando: per le polveri sottili PM10 si è registrata una diminuzione del 40%; analogo l’andamento per l’altro inquinante, il biossido di azoto. E’ evidente che nessuno ha la bacchetta magica ma per affrontare il problema servono interventi strutturati, non misure spot. Il nostro Piano Aria, già approvato dal Consiglio regionale, insieme a quelli delle altre Regioni del bacino padano e il protocollo firmato oggi con il ministro puntano a rafforzare gli strumenti a nostra disposizione”.

 

COSA PREVEDE L’ACCORDO

Gli impegni delle Regioni
Eco-bonus per la sostituzione dei veicoli più inquinanti
Sarà promossa a livello regionale, mediante la concessione di contributi, la sostituzione dei veicoli più inquinanti soggetti alle limitazioni con mezzi a basso impatto ambientale, come i veicoli elettrici, ibridi elettrico-benzina, monovalenti, metano e Gpl, Bifuel benzina/metano e benzina/Gpl.
Le singole Regioni approveranno i bandi per la concessione degli eco-bonus, sostenuti con contributi statali fino a 8 milioni di euro complessivi.

Le misure strutturali
Le Regioni si impegnano a realizzare una serie di interventi a lungo termine. Tra questi: nuove infrastrutture per la distribuzione di carburanti alternativi e per la mobilità ciclo-pedonale nelle aree urbane; una regolamentazione omogenea per l’accesso alle zone a traffico limitato; la promozione del car-sharing con auto alimentate con carburanti alternativi; l’uso di fonti rinnovabili diverse dalla combustione delle biomasse.
Sarà poi vietato installare impianti di riscaldamento alimentati a biomassa con prestazioni emissiva inferiore alla classe “3 stelle” (“4 stelle” entro il 2020) e usare generatori con una classe di prestazione emissiva inferiore a “2 stelle” (“3 stelle” entro il 2020), mentre sarà reso obbligatorio l’utilizzo di pellet certificati.

Le buone pratiche agricole
I Piani di qualità dell’aria delle Regioni sosterranno interventi per la riduzione delle emissioni prodotte dalle attività agricole (tra cui la copertura delle vasche di stoccaggio di liquami, una corretta modalità del loro spandimento e dell’applicazione dei fertilizzanti), mentre sarà definita con il Ministero dell’Ambiente una proposta riguardante i requisiti generali per l’autorizzazione integrata ambientale delle attività di allevamento zootecnico.
Tali interventi saranno sostenuti con contributi statali fino a 8 milioni di euro complessivi.

Le limitazioni alla circolazione dei veicoli dal 1^ ottobre al 31 marzo di ogni anno
Dal 1^ ottobre 2018, i Piani per la qualità dell’aria delle quattro Regioni del bacino padano prevederanno la limitazione della circolazione dal 1^ ottobre al 31 marzo, dal lunedì al venerdì e dalle ore 8,30 alle ore 18,30, per le autovetture e i veicoli commerciali di categoria N1, N2 e N3 ad alimentazione diesel fino all’Euro 3. La limitazione sarà estesa agli Euro 4 entro il 1^ ottobre 2020 e agli Euro 5 entro il 1^ ottobre 2025.
Le misure riguarderanno le zone urbane dei Comuni con più di 30.000 abitanti, nelle aree di superamento dei valori di PM10 o del biossido di azoto, NO2.

Gli impegni del Ministero dell’Ambiente
16 milioni di euro per la sostituzione dei veicoli inquinanti e per ridurre le emissioni da attività agricole e zootecniche
Il Ministero si impegna a contribuire con risorse fino a un massimo di 4 milioni di euro per ogni Regione per sostenere interventi di sostituzione dei veicoli più inquinanti (8 milioni) e di riduzione dell’inquinamento prodotto dalle attività agricole e zootecniche (8 milioni).
Inoltre, sono al vaglio misure sulle tasse automobilistiche, in funzione del potere inquinante del veicolo utilizzando il criterio del bonus-malus, e misure anche di carattere legislativo per accelerare, nel medio periodo, la progressiva diffusione di veicoli a basse o nulle emissioni, in sostituzione delle tecnologie tradizionali come i diesel.

Le misure temporanee in caso di accumulo continuativo degli inquinanti
L’accordo fissa modalità comuni di individuazione e contrasto delle situazioni di accumulo degli inquinanti atmosferici con particolare riferimento al PM10.
Sono stabiliti due livelli di allerta: il primo in seguito al superamento del valore limite di PM10 giornaliero per 4 giorni continuativi e il secondo per 10 giorni consecutivi.
Ai livelli di allerta sono associate misure temporanee da attivare prioritariamente nelle aree urbane dei Comuni con popolazione superiore a 30.000 abitanti nei quali opera un servizio di trasporto pubblico locale.
Le misure temporanee di 1^ livello riguardano: l’estensione della limitazione della circolazione a ulteriori categorie di veicoli diesel rispetto a quanto già previsto dal lunedì al venerdì (cioè alle autovetture fino a diesel Euro 4 e ai veicoli commerciali fino al diesel Euro 3); il divieto di utilizzo di stufe alimentati a biomassa legnosa (in presenza di impianto di riscaldamento alternativo) con prestazioni energetiche ed emissive inferiori alla classe “3 stelle”; il divieto di qualsiasi tipologia di combustione all’aperto (come falò, barbecue e fuochi d’artificio); il limite a 19°C (con tolleranza di 2°C) per le temperature medie nelle abitazioni e spazi ed esercizi commerciali; il divieto per tutti i veicoli di sostare con il motore acceso; il divieto di spandimento dei liquami zootecnici; l’invito alle amministrazioni di introdurre agevolazioni tariffarie sui servizi locali di trasporto pubblico; il potenziamento dei controlli con particolare riguardo al rispetto delle limitazioni alla circolazione veicolare, di utilizzo degli impianti termici a biomassa legnosa, di combustioni all’aperto e spandimento dei liquami.
Le misure temporanee di 2^ livello (aggiuntive rispetto a quelle del 1^) prevedono un’ulteriore estensione delle limitazioni per i veicoli commerciali diesel fino all’Euro 4 e il divieto di utilizzo di stufe alimentate a biomassa legnosa (sempre in presenza di impianto di riscaldamento alternativo) con prestazioni energetiche ed emissive inferiori alla classe “4 stelle”.
Anche la comunicazione dei diversi livelli di allerta e delle relative misure troverà modalità comuni per l’informazione ai cittadini, grazie alla collaborazione delle agenzie ambientali regionali.

















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