Con una lettera al Rettore dell’Università di Bologna, lo studioso americano Everett Fahy ha dichiarato la volontà di donare alla Fondazione Federico Zeri le sezioni relative alla pittura italiana della sua fototeca. Una volontà maturata negli anni in virtù del legame con il grande studioso, ma anche il riconoscimento per lo straordinario lavoro scientifico della Fondazione e i risultati raggiunti con l’innovativo progetto che ha portato alla creazione del più importante database online sulla pittura italiana.
Everett Fahy, storico dell’arte e studioso del Rinascimento italiano, è stato direttore della Frick Collection di New York (1973‐1986), poi capo curatore del dipartimento di pittura europea del Metropolitan Museum (1986‐2009). Ha conosciuto Federico Zeri alla fine degli anni Sessanta, i due hanno coltivato per tutta la vita un fervido rapporto fatto di scambi, ricerche, scoperte. E’ membro del Collegio scientifico della Fondazione Federico Zeri fin dal momento della sua costituzione.
“Siamo onorati – dichiara il Rettore dell’Università di Bologna Francesco Ubertini – di poter accogliere le sezioni sulla pittura italiana della fototeca di Everett Fahy. Si tratta di un lascito importante, che va ad arricchire ulteriormente il già preziosissimo patrimonio della Fondazione Federico Zeri e dell’Alma Mater. Come Ateneo ci stiamo impegnando fortemente sul fronte delle Digital Humanities: un campo nel quale troveranno spazio anche le attività di digitalizzazione utili per la catalogazione di questo materiale”.
La Fototeca Fahy è un archivio di grande valore per la storia dell’arte italiana. Si tratta di oltre 40.800 fotografie e documenti raccolti in 398 contenitori. La donazione, attualmente legata alla King Baudouin Foundation United States, è a Bologna dal mese di marzo 2017, in deposito presso la Fondazione Federico Zeri.
Andrea Bacchi, direttore della Fondazione Federico Zeri sottolinea il privilegio di avere a Bologna un patrimonio che amplia le possibilità della ricerca storica artistica all’interno dell’Università, concentrata nel polo delle Arti a Santa Cristina. “Siamo particolarmente orgogliosi di questa donazione che lo studioso ha voluto destinare alla Fondazione Zeri, piuttosto che a un’istituzione statunitense. Come segno di gratitudine pubblicheremo un volume che raccoglie i suoi scritti editi e inediti sulla pittura toscana del Rinascimento, da sempre al centro dei suoi interessi di studio”.
“Questo nuovo fondo archivistico – conferma Paola Salomoni, prorettrice alle tecnologie digitali dell’Alma Mater – contiene materiale prezioso e molto articolato. La sua digitalizzazione è per noi ora un obiettivo sfidante. Ci metteremo al più presto al lavoro per individuare le strategie e le tecnologie utili alla sua divulgazione a favore degli studiosi e di tutta la cittadinanza”.
Sono allo studio ipotesi per la catalogazione e la corretta valorizzazione scientifica dei materiali, perché possano essere resi disponibili a studenti e studiosi, e integrare il database online con nuove opere e immagini. La Fondazione Zeri intende infatti cogliere tutta la complessità e l’importanza di questo archivio per elaborare un progetto sperimentale di conversione in digitale che preveda l’applicazione delle nuove tecnologie alle Digital Humanities (software di image‐recognition, strumentazioni speciali per le scansioni fotografiche, ecc.). Il focus della raccolta è costituito dall’arte italiana, dal XIII al XIX secolo: 380 scatole con una netta prevalenza di documentazione sul Quattro e il Cinquecento. I contenitori presentano un ordinamento geografico, dagli Abruzzi a Verona, e poi cronologico, per secoli e per singoli autori.
In linea con gli interessi scientifici di Fahy ben 168 scatole sono dedicate ad artisti fiorentini. Spiccano i nuclei su Botticelli, Piero di Cosimo, Iacopo del Sellaio, Cosimo Rosselli, Fra Bartolomeo. Particolarmente ricche sono le cartelle intestate agli Allievi di Ghirlandaio, al centro delle ricerche di Fahy fin dall’epoca del dottorato, conseguito all’Università di Harvard nel 1968. Queste fotografie integrano perfettamente i materiali raccolti da Zeri sugli stessi argomenti offrendo una panoramica straordinaria sul secondo Quattrocento fiorentino.
Lettera inviata da Everett Fahy al Magnifico Rettore dell’Università di Bologna:
Magnifico Rettore,
Con la presente io sottoscritto Everett Fahy dichiaro la mia volontà di donare alla Fondazione Federico Zeri dell’Università di Bologna parte dell’archivio fotografico da me costruito nei molti anni di studio e lavoro nel campo della storia dell’arte. I materiali fotografici e documentari oggetto della donazione, relativi all’arte italiana, sono raccolti in 376 scatole, come precisato nella descrizione che allego. Le ragioni che mi spingono a questa donazione sono i miei legami con Federico Zeri e con i suoi interessi di studio e le aspettative rispetto ad una valorizzazione dei materiali attraverso un adeguato progetto di catalogazione.
La suddetta donazione ha un valore di studio e ricerca, pertanto da parte mia vi è la volontà di trasferirne la proprietà alla Fondazione Federico Zeri dell’Università di Bologna senza ricevere un corrispettivo in cambio
In fede
Everett Fahy
Curatur emeritus
The Metropolitan Museum of Art