Nel 2016 grazie ai piani di controllo a tutela degli argini dei fiumi e dei canali, nel territorio modenese sono state abbattute oltre dieci mila nutrie. L’attività è svolta da oltre 500 cacciatori abilitati coadiutori degli Atc, con il coordinamento della Polizia provinciale, sulla base del piano regionale di controllo. Dal 2013 sono state abbattute oltre 27.800 nutrie.
I dati sono stati illustrati mercoledì 31 maggio nel corso di un incontro tra tutti gli enti interessati che si è svolto nella sede della Provincia.
Le modalità dell’attività, infatti, sono stabilite con una convenzione per la gestione della nutria che coinvolge Provincia, 12 Comuni della pianura modenese, l’Unione dei Comuni dell’Area nord, i Consorzi di bonifica Burana e dell’Emilia centrale, le associazioni agricole e l’Aipo.
«In questo ultimo anno – ha sottolineato Fabio Leonelli, comandante della Polizia provinciale – abbiamo intensificato l’attività per contrastare in maniera più efficace la proliferazione di questa specie. Le nutrie sono dannose per gli argini anche perché distruggono in profondità la vegetazione contribuendo a rendere le rive meno stabili e più facilmente soggette a frane».
La nutria è classificata dal 2015 come specie nociva, alla pari di topi, ratti e talpe su cui è competente il Comune; tuttavia la Provincia, a supporto dei Comuni stessi, ha mantenuto il coordinamento degli interventi mettendo a disposizione le proprie competenze. Il costo complessivo delle operazioni, compresi monitoraggio e controllo, è di circa 90 mila euro all’anno, suddivisi tra tutti gli enti; i piani di controllo di specie con “abitudini fossorie” (tassi, istrici, volpi e nutrie) lungo i fiumi principali avvengono con il parere positivo di Ispra e del ministero dell’Ambiente.
Oltre agli abbattimenti delle nutrie, le attività previste in questi piani hanno portato alla cattura e trasferimento di diversi esemplari di istrici e tassi, specie protette, e all’abbattimento di oltre 1.500 volpi in due anni.
La nutria è un roditore di grossa taglia (arriva a pesare anche oltre dieci chili) originario del Sudamerica e introdotto in Europa negli anni ‘20 per la produzione di pellicce (il cosiddetto castorino). Dopo la crisi di questa attività, la nutria, non essendo cacciata e in assenza di predatori naturali, ha iniziato a moltiplicarsi velocemente in tutta Europa. Nel modenese la nutria è arrivata intorno ai primi anni ’80; i comuni più interessati sono quelli dell’area nord.