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Sanità: Regione in campo per rafforzare la lotta alla corruzione e per la promozione della trasparenza

Rotazione obbligatoria degli incarichi, in particolare quelli dirigenziali. Regole comuni per il Codice di comportamento dei dipendenti del sistema sanitario regionale. L’introduzione della responsabilità disciplinare e civile nel caso in cui non vengano consegnate alle Aziende e agli enti del Servizio sanitario regionale le dichiarazioni complete degli emolumenti percepiti e dei benefici goduti.
É, in sintesi, quanto prevede l’articolo 5 (“Politiche di prevenzione della corruzione e di promozione della trasparenza”) della legge di fusione dell’Ausl di Reggio Emilia e dell’Azienda ospedaliera Arcispedale Santa Maria Nuova, approvata oggi dall’Assemblea legislativa.
Con l’approvazione del provvedimento, le norme anticorruzione contenute dovranno essere applicate da subito da parte di tutte le Aziende sanitarie della Regione;coerentemente con quanto già previsto dalla normativa nazionale di riferimento e dal “Testo unico” regionale per la promozione della legalità, si rafforza l’impegno dell’ente di viale Aldo Moro in un ambito di estrema delicatezza, quello sanitario, fissando ulteriori strumenti di contrasto e prevenzione.

“Non tolleriamo nessuna ombra sulla nostra sanità- è il commento dell’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. La corruzione è inammissibile a qualunque livello, tanto più in una realtà che vede malati e persone bisognose di cure e assistenza. Per questo abbiamo voluto introdurre quest’articolo. Lo dobbiamo ai nostri pazienti, e a tutti i cittadini”.

Le nuove norme anticorruzione
Oltre all’adozione delle “migliori prassi” per attuare quanto già stabilito dalla legge 190/2012 (“Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”), l’articolo cinque della legge regionale introduce la programmazione,nei piani triennali di prevenzione, di misure obbligatorie di rotazione degli incarichi dirigenziali; solo nei casi, che vanno adeguatamente motivati, in cui la rotazione non sia possibile, “devono essere programmate misure alternative di prevenzione della corruzione con effetti analoghi”.
Parallelamente all’adozione delle “migliori prassi” per realizzare le disposizioni del decreto legge 33/2013 (“Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”) e le misure specifiche contenute nel Piano Triennale per la Prevenzione e Corruzione, l’articolo 5 della nuova legge regionale prevede contenuti comuni integrativi del Codice di comportamento per i dipendenti del Servizio sanitario regionale.
Il Codice individua misure per garantire annualmente la pubblicizzazione, da parte del personale dirigente – tramite un’apposita dichiarazione all’ente di appartenenza – di “tutti i rapporti intercorsi”, a qualsiasi titolo, con soggetti esterni, da cui possa scaturire un conflitto di interessi, anche potenziale. Nella stessa dichiarazione devono essere indicati “tutti gli eventuali emolumenti percepiti e i benefici goduti”.
Il Codice di comportamento introduce la responsabilità disciplinare e civile in caso di mancata dichiarazione; saranno le Aziende e gli enti del Servizio sanitario regionale a esercitare il potere disciplinare.

















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