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Polizia di Stato: ancora troppi distratti alla guida a Bologna

Nel corso di questa settimana la Polizia Stradale ha organizzato tre sessioni in quanto, fra le principali cause di incidenti stradali con esito mortale o comunque gravi, vi sono alcuni comportamenti che durante la guida hanno pesanti ricadute sulla concentrazione del conducente e sulla capacità di attenzione alle condizioni esterne all’abitacolo.

In particolare, l’utilizzo del telefono cellulare o di cuffie sonore e di alcune applicazioni particolarmente diffuse, quali WhatsApp, ma anche di tablet per la navigazione sui social network, sta ampliando notevolmente i fattori di rischio di sinistri stradali per condotte di guida distratte, incerte, rallentate o per manovre  improvvise che richiedono, soprattutto in autostrada, una rinnovata attenzione sotto il profilo repressivo.

Nel tratto compreso tra Modena e Forlì, sulla A/1 del Sole e sulla A/14 “del Levante” sono state contestate, in sei ore, 30 violazioni per il mancato uso di cuffie sonore o dispositivi a viva voce.

Tutte le altre pattuglie presenti sul territorio regionale, in media circa 120 equipaggi al giorno, hanno rilevato, nello stesso periodo, 90 violazioni analoghe.

Si rappresenta che da gennaio ad aprile 2017 la Polizia Stradale del Compartimento di Bologna ha elevato 2183 sanzioni a chi guidava usando il cellulare, il 36% in più rispetto allo stesso periodo del 2016.

Ad abbassare il livello di attenzione mentre si guida è soprattutto l’uso dello smartphone, che implica molto più di una già molto pericolosa guida senza auricolare ed è la cronaca a riferire di incidenti causati dall’invio di sms, dai selfie e chattando sui social network, come il più recente evento infortunistico grave successo in provincia di Bologna.

Ognuna di queste attività equivale a guidare bendati per almeno 10 secondi. In questo lasso di tempo, anche a soli 40 km/h si percorrono almeno 110 metri, in cui può succedere di tutto.

In questo panorama necessitano strategie di contrasto che devono necessariamente prevedere azioni che coinvolgano diversi aspetti: sicuramente uno di sensibilizzazione al problema, con campagne educative e di informazione, ma anche da quello operativo che deve prevedere un incremento dei controlli e la conseguente repressione ed è su questa strada che proseguiranno i servizi sull’intero territorio regionale.

















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