Da due anni rimpallata tra Comune e Anas per vedersi risarcire i danni alla propria auto causati da una buca. Per sbloccare la questione, la proprietaria ricorre al Difensore divico regionale Gianluca Gardini, ma Anas si rifiuta di collaborare con il garante.
IL FATTO. Il piccolo incidente risale a marzo del 2015: la figlia della signora stava percorrendo la strada statale 63 nel tratto urbano di Quattro Castella (Reggio Emilia) quando ha centrato una buca così profonda da forare la gomma e deformarne il cerchione. Una situazione riportata, con tanto di foto, anche nel verbale della polizia locale intervenuta per aiutare la ragazza.
IL RIMPALLO. Con il verbale e la richiesta di risarcimento in mano, pochi giorni dopo, la madre, proprietaria dell’auto, è entrata in Comune per farsi riconoscere le proprie ragioni. Una richiesta però stoppata sul nascere perché dagli uffici comunali di Quattro Castella non è uscito il risarcimento che si attendeva ma un documento con cui i tecnici la invitavano a rivalersi su Anas, gestore della manutenzione ordinaria e straordinaria del tratto di strada. E così ha fatto, salvo poi trovarsi nella condizione di partenza. Anas infatti ha rispedito al mittente- cioè al Comune- ogni addebito spiegando che “la gestione e la manutenzione delle pertinenze stradali, incluse le cunette e le bocchette per lo scolo delle acque” era a carico dell’amministrazione. La “mancata manutenzione da parte del Comune”, spiegava nel 2015 Anas alla signora, ha causato l’otturazione dei canali di scolo, che avrebbe poi creato un ristagno d’acqua e infine il “cedimento della strada”. Un avanti-indietro continuato per tutto il 2015, proseguito nel 2016, quando la signora ha ripresentato di nuovo la richiesta di risarcimento, e arrivato nel 2017 di fronte al difensore civico. Il tutto per una differente interpretazione del “verbale di delimitazione” che Anas e il comune di Quattro Castella hanno stilato per dividersi le competenze sul tratto di strada.
L’INVITO. E’ proprio questa difformità di lettura dell’accordo che è stata messa sotto la lente d’ingrandimento da Gardini. Nella risposta inviata al comune di Quattro Castella, lo scorso marzo, il Difensore civico scrive: il continuo rimpallo cui è stata sottoposta la signora è “censurabile sotto il profilo dei principi di trasparenza, economicità, efficienza ed efficacia. Tale comportamento appare ancor più censurabile se si considera che il conflitto tra i due enti si basa su una differente interpretazione del verbale di delimitazione”. E, entrando nello specifico, sottolinea: “Le foto allegate alla relazione della Polizia municipale sembrano mostrare che le buche (causa del danno) si trovavano all’interno della carreggiata. Di conseguenza, secondo quanto si deduce dal verbale (nonché dalle stesse dichiarazioni di Anas) la responsabilità diretta di quanto accaduto sarebbe di Anas, in quanto responsabile della sede viabile. A sua volta Anas avrebbe la possibilità di rivalersi sul Comune qualora si dimostrasse che il cedimento del manto stradale è stato causato da scarsa manutenzione degli scoli laterali”. E proprio su queste basi Gardini ha invitato Anas a “riesaminare l’istanza risarcitoria” e i due enti a “definire procedure operative idonee a risolvere questo tipo di conflitti”.
RESPINTA OGNI RICHIESTA. Richieste respinte in blocco da Anas che ha rincarato la dose rigettando la competenza del Difensore civico sul caso, “demandando- si legge nel documento di archiviazione del procedimento di Gardini- tutto ad un eventuale procedimento giudiziario. Anas ha respinto i tentativi di mediazione esperiti da questo Ufficio- continua il documento-preferendo un confronto in sede giudiziaria, molto più lungo e costoso. Tutto questo perché – aggiunge a margine Gardini – ad oggi nel nostro Paese non è ancora stato istituito un Difensore civico nazionale. Infatti le amministrazioni statali si sottraggono ai tentativi di mediazione e di risoluzione dei conflitti messi in atto dai Difensori civici territoriali, opponendo il loro formale difetto di competenza”.
(Ufficio Stampa Assemblea legislativa)