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Molotov contro il suv di un medico, presi dai carabinieri di Scandiano

L’incendio doloso che ha visto dare alle fiamme una Nissan Qashqai di proprietà di un medico reggiano, è stato ricondotto ad un grave atto intimidatorio orchestrato da un 60enne calabrese abitante a Scandiano. Ne sono convinti i carabinieri della locale Tenenza che, dopo aver identificato i tre autori materiali dell’incendio, sono risaliti al mandante che avrebbe agito per rancori personali maturati nei confronti del medico suo ex vicino di casa.

Questa in sintesi la premessa dei fatti culminata con la denuncia che i carabinieri scandianesi hanno inoltrato alla Procura reggiana a carico del 60enne calabrese e dei suoi complici identificati in 3 cittadini nordafricani (un 40enne e un 26enne abitanti a Scandiano ed un 25enne abitante a Reggio Emilia) tutti chiamati a rispondere del reato di concorso in incendio doloso.

L’origine dei fatti la notte del 27 febbraio 2016 quando l’autovettura in questione veniva data alle fiamme mediante 2 bottiglie incendiarie, una scagliata nella parte posteriore e l’altra innescata nella parte anteriore. L’allarme è stato lanciato intorno alle 2 del 27 febbraio dalla vittima, accortasi dell’incendio. Sul posto sono interventi i vigili del fuoco e i carabinieri. Subito chiara l’origine dolosa dell’incendio ha visto i carabinieri della locale Tenenza avviare le indagini, incrociando dati contenuti nei sistemi di videosorveglianza del paese, testimonianze e controlli del territorio. Le indagini successivamente hanno permesso di catalizzare l’attenzione dei carabinieri nei confronti dei tre stranieri individuati grazie al sistema di videosorveglianza a circuito chiuso di una stazione di servizio del paese mentre poco prima dell’atto criminoso riempivano alcune bottiglie con della benzina. Una prima svolta che nei mesi successivi ha visto i carabinieri acquisire incontrovertibili elementi di responsabilità nei confronti dei tre stranieri autori materiali dell’incendio. Nella fase successiva delle indagini i carabinieri risalivano al mandante identificato in un 60enne calabrese che potrebbe aver agito per vendetta. Sono tutti accusati di concorso di concorso d’incendio doloso.

















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