Prende il via oggi a Bologna il summit dell’ortofrutta europea, con l’assemblea di Areflh, la rete che riunisce le principali Regioni e associazioni di organizzazioni di produttori europei, in rappresentanza del 35% del fatturato complessivo di un settore che vale 47 miliardi di euro e riunisce 3,4 milioni di aziende, quasi un quarto di tutte le aziende della Ue.
“L’Emilia-Romagna è una delle regioni leader dell’ortofrutta europeo, con più di 22mila aziende e oltre 200mila addetti complessivi”, ha detto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, aprendo i lavori de “La Pac: bilancio intermedio e prospettive post 2020”, la conferenza che ha dato il via alla “due giorni di Areflh”, oggi e domani nel capoluogo emiliano-romagnolo. “La partecipazione alle reti europee come Areflh è strategica perché ci consente di portare a Bruxelles le ragioni dei nostri produttori e del nostro territorio in un confronto diretto con la Ue. Fare gioco di squadra- ha sottolineato Bonaccini- da questo punto di vista è fondamentale”.
Nata nel 2002, con sede a Bordeaux e presieduta dal 2016 dall’assessore regionale all’Agricoltura dell’Emilia-Romagna, Simona Caselli, Areflh riunisce 19 Regioni di Belgio, Francia, Grecia, Italia e Spagna e 22 Associazioni di organizzazioni di produttori. In un unico organismo, dunque, si ritrovano sia il livello istituzionale rappresentato dalle Regioni, che quello produttivo con appunto le Aop, con un obiettivo: un dialogo costante con la Ue sulle principali tematiche di un settore importante, non solo da un punto di vista economico, ma anche sociale ed ambientale.
Per questo, ha affermato l’assessore Caselli, “stiamo lavorando per allargare ulteriormente la base associativa di Areflh. E’ un invito che rivolgiamo alle altre Regioni e produttori italiani, seguendo l’esempio delle sei Associazioni di organizzazioni di produttori emiliano-romagnole, che da quest’anno sono tutte rappresentate nella compagine”.
Attualmente Areflh riunisce in Italia le Regioni Emilia-Romagna, Basilicata, Piemonte, oltre alla provincia autonoma di Trento.
Un dialogo con Bruxelles che sta portando i primi risultati. Caselli ha annunciato infatti il sì della Commissione europea alla richiesta, avanzata dall’associazione, di prevedere la compartecipazione al 50% da parte della Ue ai costi di intervento dei fondi di mutualizzazione per la gestione del rischio delle Organizzazioni di produttori.
“La proposta, che verrà inserita dalla Commissione nel futuro Regolamento omnibus sulla Pac, è un risultato importante per la difesa del reddito degli agricoltori in caso di avversità, crisi di mercato, emergenze climatiche”, ha sottolineato Caselli.
Un risultato che si aggiunge a quello ottenuto nei mesi scorsi, grazie all’impegno congiunto con i ministeri dell’Agricoltura di Italia, Francia e Spagna, a beneficio delle produzioni integrate, con il riconoscimento da parte della Commissione che gli aiuti per le azioni agro-ambientali previste nei programmi operativi dell’Ocm si applicano all’insieme delle superfici impegnate dall’Op e non ad una specifica particella.
All’incontro di oggi hanno partecipato il vice presidente della commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, Paolo De Castro, il vice direttore generale Agricoltura della Commissione europea, Raimondo Serra, il coordinatore della commissione Agricoltura della Conferenza Stato-Regioni, Leonardo Di Gioia, il direttore generale per le politiche internazionali e l’Unione Europea del ministero delle Politiche agricole, Felice Assenza. I lavori proseguiranno domani con l’Assemblea generale di Areflh.
L’Emilia- Romagna grande regione ortofrutticola europea
Il comparto ortofrutticolo emiliano-romagnolo vale 1 miliardo e 100 milioni di euro, il 26% del valore complessivo dell’agricoltura regionale e l’11% dell’ortofrutta nazionale. Con una superficie totale di 120mila ettari, 22mile aziende e, considerando anche quelle di trasformazione, oltre 200mila addetti, costituisce un’eccellenza a livello non solo nazionale.
Ricerca, innovazione, attenzione alla sostenibilità ambientale delle tecniche di produzione, una forte propensione all’internazionalizzazione, i tratti salienti del comparto. Tra i primati quello della produzione di pere (il 60% del totale europeo) e quello della produzione e trasformazione del pomodoro da industria. Non ultima la forte capacità di fare sistema: ben 27 le Organizzazioni di produttori, 6 le Associazioni di Organizzazioni di produttori, per un totale di 11mila aziende aggregate, il 50% del totale regionale.