Il Consiglio dell’Unione delle Terre d’Argine nella seduta di mercoledì 15 marzo ha approvato a maggioranza la delibera relativa alla firma di una Convenzione tra l’ente associato, l’Unione Terre di Castelli, l’Unione Comuni del Sorbara e il Comune di Castelfranco Emilia per la gestione associata del progetto di accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati per il triennio 2017-2019, che prevede 100 posti in totale, 31 per le Terre d’Argine.
L’assessore al Sociale dell’Unione Alberto Bellelli presentando la delibera ha ricordato come il progetto SPRAR abbia modalità più definite rispetto ad esempio al Mare Nostrum, preveda attività per coloro che entrano a farne parte realizzate in collaborazione con il volontariato e le realtà sociali dei territori e che l’Unione si pone come capofila in questo progetto, anche per l’assenza dell’ente Provincia: negli anni 2014-2016, quando era in vigore la precedente Convenzione hanno ruotato 68 persone nei 18 posti messi a disposizione nelle Terre d’Argine.
Barbara Papotti, responsabile dell’Ufficio di Piano e colei che ha seguito dal punto di vista amministrativo il progetto, all’aula ha delineato le caratteristiche della Convenzione, che per il triennio 2017-19 vedrà alcune modifiche così come richiesto dal Ministero degli Interni, il quale finanzia il progetto SPRAR con il Fondo nazionale accoglienza migranti. Per le Terre d’Argine è prevista una piccola compartecipazione (5% del milione e 287 mila euro stanziati per tutta la Convenzione, ma che verranno coperti dalla valorizzazione del costo del personale dell’ente). Le persone che entrano a fare parte di questo progetto possono rimanere per sei mesi o poco più per autonomizzarsi ed inserirsi nella società e nel mondo del lavoro, potendo anche trasferirsi in Italia o nel resto della UE in quanto richiedenti asilo. I 18 posti letto garantiti dalle Terre d’Argine nel passato triennio, 6 a Carpi e 12 a Campogalliano, sono stati occupati da giovani maschi dai 20 ai 37 anni provenienti da una dozzina di paesi, Africa e Medio Oriente soprattutto. Papotti ha anche illustrato i percorsi intrapresi da alcuni dei 68 ospiti di queste strutture, 12 dei quali hanno ora un lavoro in zona tramite tirocinii formativi, grazie anche ai contatti avuti con associazioni e centri sociali, mentre diversi sono emigrati all’estero, soprattutto nel Nord Europa.
Dopo che l’assessore Bellelli ha ribadito che non ci sono minori tra le persone che hanno preso parte del progetto SPRAR nelle Terre d’Argine, che c’è una progettualità locale precisa, e che la Prefettura si è detta disponibile a condividere con gli enti locali le procedure che stanno alla base della ricerca da parte del gestore di una situazione alloggiativa per i rifugiati e i richiedenti asilo, Papotti ha ricordato che Novi di Modena è stata esclusa dal novero dei comuni dove inserire persone che fanno parte del progetto SPRAR perché ancora fortemente interessata dalle problematiche del post-sisma; ha poi detto che il gestore deve inoltre portare propri contratti di affitto in dote e che i servizi sociali non sono stati interessati da accessi di persone partecipanti al progetto negli ultimi tre anni tranne in un caso a Campogalliano. Saranno rispettivamente 11 e 20 per Carpi e Campogalliano i richiedenti asilo e rifugiati che verranno ospitati mentre i profughi inseriti nell’ambito del progetto Mare Nostrum sono ora nelle Terre d’Argine 56, in tutti i comuni tranne anche in questo caso Novi di Modena.
La consigliera del Movimento 5 Stelle-Uniti per Novi, Rovereto e Sant’Antonio Monica Medici nel suo intervento ha spiegato come “in questo progetto ci sia solo la mercificazione dell’accoglienza”, che “solo Caleidos avrebbe potuto partecipare al bando, associazione che non ha nulla a che fare con Carpi e le Terre d’Argine”, che “abbiamo fatto denuncia al Prefetto per la triste esperienza dell’alloggio in centro a Carpi gestita al limite della legalità per Mare Nostrum”. “Siamo solo degli agenti rappresentanti per Caleidos e per qualche altra associazione o cooperativa che ha fatto degli immigrati un business – ha detto – Perché ogni Comune non si è confrontato con le associazioni del territorio, con le parrocchie, con i circoli anziani per capire le forze disponibili che potevano mettere in campo i cittadini per accogliere queste persone, la propria rete di conoscenze? Per accogliere non servono lauree e specializzazioni, dobbiamo tornare come comunità ad apparecchiare un posto in più come si faceva una volta nelle nostre campagne”. Il consigliere Giorgio Verrini di Carpi Futura si è detto invece certo che il progetto SPRAR sia una palestra di inclusione e che dev’essere un ente pubblico a gestire la cosa mentre la collega Giovanna Zironi di Rilanciamo Soliera nelle Terre d’Argine ha sottolineato gli “idilliaci risultati di questo progetto ma surreali nel contesto socio-economico italiano” e che si mette la testa nella sabbia per non vedere i fenomeni poco chiari connessi all’accoglienza. Marco Bagnoli, capogruppo del Pd, ha contestato le dichiarazioni della collega Medici spiegando che per ora questa esperienza ha dato esiti discreti, e che bisogna andare avanti su questa strada di accoglienza, i cui risultati dovranno essere monitorati. Dopo gli interventi di Marco Rubbiani di Centro Destra per Campogalliano e dell’assessore alla Scuola Paola Guerzoni ha concluso il dibattito l’assessore Bellelli.
“Io non mercifico le persone e la mia storia personale sta a dimostrarlo, i bandi della Prefettura sullo SPRAR hanno visto tre partecipanti e non uno solo: per Mare Nostrum si possono costruire progetti individuali o familiari in convenzione diretta con il mondo dell’associazionismo. Rifletteremo – ha concluso – se farlo come Unione delle Terre d’Argine ma per fare questo lavoro di accoglienza ci vogliono professionalità riconosciute”.
Al momento del voto si sono espressi a favore della delibera sulla Convenzione il Pd, mentre parere contrario hanno espresso Giovanna Zironi e il Movimento 5 Stelle e Carpi Futura e Marco Rubbiani si sono astenuti.