Sono ormai venti giorni che, per mancanza di ordinativi, i reparti produttivi della Fimar Carni di Solignano di Castelvetro di Modena sono chiusi, con i lavoratori collocati in ferie forzate. Secondo la famiglia Fiandri, proprietaria dell’azienda, dal momento che nessun compratore sarebbe ad oggi disposto a subentrare nell’attività, si sta prospettando la soluzione più drastica, cioè la chiusura dell’azienda per cessazione dell’attività.
In seguito alle vicende legate alla revoca del concordato Parmacotto, la società ha subìto una contrazione dell’attività produttiva che ha reso necessaria una ristrutturazione aziendale che non ha però risolto i problemi di liquidità. Sono a rischio i posti di 27 lavoratori diretti e di un’altra trentina di lavoratori somministrati o in appalto.
La cessazione dell’attività, in seguito alle nuove disposizioni previste dal Decreto Legislativo n. 148 del 2015 (cosiddetto “Jobs Act”), non dà diritto ad alcun ammortizzatore sociale in costanza di rapporto di lavoro, quindi i lavoratori sarebbero licenziati, percependo solo l’indennità di disoccupazione ordinaria, la “Naspi”, per un periodo massimo di 24 mesi.
“Un noto gruppo del settore carni ha manifestato interesse relativo agli impianti di Fimar Carni – dichiara Antonio Puzzello della Flai-Cgil di Vignola – A ogni possibile acquirente chiederemo di farsi carico anche del mantenimento degli attuali posti di lavoro. In mancanza della cassa integrazione straordinaria per cessazione dell’attività, cancellata dal Jobs Act, i lavoratori sono sempre più deboli di fronte a situazioni di crisi come questa”.
La Flai/Cgil denuncerà questa situazione insieme ai lavoratori della Fimar nella mattinata di mercoledì 22 marzo durante un presidio davanti ai cancelli aziendali dalle ore 8.30 alle 12.30 e, nel pomeriggio stesso, durante l’incontro previsto con i Sindaci di Castelvetro di Modena e di Castelnuovo Rangone.