84 filiali, 137 mila clienti, 44 mila soci, oltre 700 dipendenti e un territorio di competenza che si estende su sei provincie, cinque in Emilia (Parma, Reggio, Modena, Bologna e Ferrara) e una in Lombardia (Mantova). Questi i numeri più rilevanti della nuova Banca di Credito Cooperativo che nascerà se il progetto di fusione per incorporazione del Banco Cooperativo Emiliano in Emil Banca sarà approvato dalle due compagini sociali.
Il progetto, che ha avuto il sostegno del Fondo transitorio del Credito Cooperativo e ha già l’ok di Banca d’Italia, il 12 febbraio sarà sottoposto ai Soci cui spetta il giudizio definitivo.
Se le Assemblee Straordinarie dei Soci accetteranno la proposta deliberata nei mesi scorsi dai Consigli di Amministrazione di Emil Banca e del Banco Cooperativo Emiliano nascerà, per numero di filiali e collaboratori, la più grande Bcc del Nord Italia, seconda solo, a livello nazionale, alla Bcc di Roma.
La nuova Bcc (che manterrà il nome Emil Banca) partirà con un capitale sociale di oltre 97 milioni, impieghi lordi di 2,7 miliardi di euro, una raccolta totale di circa 4,7 miliardi di euro e una massa amministrata superiore ai 7 miliardi di euro. Il patrimonio complessivo delle nuova banca supererà i 306 milioni di euro.
Numeri tanto importanti quanto importante sarà il territorio di competenza della nuova Bcc che si estenderà su oltre il 68% del territorio regionale, comprenderà 3 milioni di abitanti, oltre 300 mila imprese registrate e 1,3 milioni di occupati. Un sistema economico che complessivamente vanta un decimo di tutte le esportazioni nazionali.
La fusione avrà decorrenza dal primo aprile 2017.
“Abbiamo lavorato per sei mesi affinché l’operazione potesse presentarsi come sostenibile per tutti gli attori. Perché fosse un’opportunità di sviluppo e una garanzia di futuro, per i due Istituti, per il Credito Cooperativo e per il territorio. I nostri soci – ha commentato il presidente di Emil Banca, Giulio Magagni – sono ora chiamati ad esprimersi su un importante cambiamento che però avverrà nel rispetto delle radici della cooperazione di credito e senza disperdere l’immenso patrimonio di valori che da più di un secolo contraddistingue le due aziende, contribuendo alla crescita e allo sviluppo economico, ma anche sociale e culturale, dei territori in cui sono inserite. La nuova Bcc continuerà ad essere protagonista di un modo differente di fare banca, equo, sostenibile ed attento alle persone ed al territorio che sarà presidiato, come avviene già in entrambe le Bcc, da un folto numero di Comitati soci locali che avranno il compito di mantenere un legame diretto tra la banca e le sue comunità”.
“Quella che nascerà – ha aggiunto il presidente del Banco Cooperativo Emiliano, Giuseppe Alai – sarà l’espressione di una cooperazione di credito già da tempo avviata sulla strada delle integrazioni e che ha colto le opportunità della riforma del Credito Cooperativo per presentarsi sul mercato con maggiore incisività e competitività, più solida e al tempo stesso solidale, profondamente legata alle comunità locali e in grado di offrire servizi ancora più innovativi e di sostenere con maggiore efficacia lo sviluppo del territorio”.
Che cos’è il FONDO TEMPORANEO DEL CREDITO COOPERATIVO?
Il Fondo Temporaneo delle Banche di credito cooperativo è uno strumento previsto dalla legge di riforma del settore approvata lo scorso anno dal Governo Renzi.
Il Fondo, di natura transitoria, è stato introdotto per supportare Bcc in difficoltà, favorendone il processo di consolidamento e concentrazione con altre BCC, così che la nuova banca non venga influenzata negativamente dall’operazione ed abbia un quadro tecnico solido e rispondente ai requisiti richiesti dalla BCE.
Il Fondo rimarrà operativo sino alla costituzione dei gruppi bancari cooperativi nazionali. Al Fondo partecipano tutte le Bcc italiane.
Come è intervenuto nel progetto di aggregazione di Banco Cooperativo Emiliano in Emil Banca?
Rispetto al progetto di aggregazione di Banco Cooperativo Emiliano in Emil Banca, il Fondo int erviene sia sul lato sofferenze (acquistandone complessivamente 200 milioni di euro) sia sul lato patrimoniale ricostituendo il patrimonio di Banco Emiliano eroso dalle svalutazione dei crediti (con uno strumento patrimoniale irredimibile complessivo di 33 milioni di euro).
Nello specifico, il Fondo:
· acquisisce 140,7 milioni di euro di sofferenze del Banco Emiliano (al prezzo di 66,5 milioni di euro) e interviene sul patrimonio della stessa Bcc con un prestito irredimibile di 30 milioni di euro;
· acquisirà fino a 60 milioni di euro di sofferenze della nuova banca (al prezzo di 27 milioni di euro) e interverrà per consolidarne il patrimonio con uno strumento patrimoniale irredimibile di 3 milioni di euro.
Il valore complessivo dell’intervento del Fondo sarà di massimo 126,5 milioni di euro.
La storia delle due BCC
EMIL BANCA
La prima delle tredici realtà che nel corso degli anni hanno dato vita ad Emil Banca fu fondata nel 1895 a Baricella. Quella Cassa Rurale, come le altre che in quel periodo fiorirono in tutta Italia sotto la spinta della Rerum Novarum di Leone XIII (1881), nacque per aiutare artigiani e contadini ad affrancarsi dalla povertà, aiutando i lavoratori che intendevano rendersi autonomi ma che faticavano a reperire dai grandi istituti bancari, finendo spesso in mano agli usurai.
Nei primi 20 anni del secolo scorso vennero fondate anche le Cassa Rurale di Molinella (1900), quella di Monzuno e quella di Loiano (1901), la Cassa Rurale di Minerbio (1905), quella di Argelato (1906), la Cassa Rurale di San Martino in Argine (1907) e la Cassa Rurale di Trasasso (1914). Quello straordinario momento di sviluppo, interrotto dal periodo buio del fascismo, riprese nel primo dopoguerra. Nel 1950 nacque la Cassa Rurale di Borgo Panigale, nel ’59 quella di Sala Bolognese e nel ’62 fu fondata la Cassa Rurale ed Artigiana di San Sisto. Dagli anni Settanta queste realtà iniziano ad aggregarsi tra loro e, a seguito della fusione del 2008 con CrediBo, Emil Banca è diventata una realtà che conta su 24 mila soci e 46 filiali nelle province di Bologna, Modena e Ferrara
Banco Cooperativo Emiliano
Le origini di Banco Cooperativo Emiliano risalgono alla fine dell’800. Proprio negli ultimi anni del secolo (rispettivamente nel 1895 e nel 1896), nascono la Cassa Rurale dei prestiti di di Gualtieri e la Cassa Rurale dei prestiti di Guastalla, cittadine collocate sull’argine reggiano del Po.
Cent’anni dopo, nel 1999, i due istituti di Credito Cooperativo pervengono ad un’integrazione che dà vita a Banca Reggiana-Credito Cooperativo, presente nelle province di Reggio Emilia, Parma e Mantova.
Il primo ottobre 2013, Banca Reggiana e Banca di Cavola e Sassuolo (BCC nata nel 1982 nell’Appennino reggiano e presente anche in provincia di Modena) giungono ad una fusione che dà vita al Banco Cooperativo Emiliano.