La crisi colpisce anche chi non vuole o non può fare a meno della ‘dose’. Questo l’hanno intuito anche i due intraprendenti pusher arrestati dai carabinieri dell’aliquota operativa della compagnia di Reggio Emilia che, per andare incontro alla clientela, hanno realizzato un piccolo ‘banco dei pegni’ o monte di pietà come si chiamava una volta. Chi non poteva pagare a garanzia del credito poteva lasciare preziosi in oro e capi d’abbigliamento firmati che potevano riavere indietro solo a saldo del dovuto. I carabinieri reggiani, nel tardo pomeriggio di ieri al culmine di una mirata attività antidroga, con l’accusa di concorso in spaccio di sostanze stupefacenti hanno arrestato i cittadini marocchini A.E.J. e M.E.B., entrambi 40enni E domiciliati A Reggio Emilia. A loro i carabinieri hanno sequestrato alcuni grammi di cocaina, un bilancino di precisione, 500 euro ritenuti provento dello spaccio (considerato anche che i due clandestini non lavorano) e 5 telefoni cellulari ritenuti il tramite per i contatti con i clienti (si pensi che un cellulare acceso alla presenza dei carabinieri continuava o a ricevere decine e decine di telefonate di potenziali clienti ora in corso di identificazione).
L’arresto dei due pusher è stato reso possibile grazie alla mirata attività antidroga svolta nel quartiere Santa Croce dove, stando anche alle segnalazioni di alcuni cittadini, nelle aree verdi in prossimità di via Veneri c’era un possibile giro di droga. Ieri pomeriggio la svolta con il controllo di un giovane italiano seduto su una panchina che era stato notato assumere cocaina. In disponibilità del giovane il suo cellulare che da un primo esame rivelava come ultima telefonata quella ad u numero associato a un cellulare in uso agli odierni arrestati. Si è così potuto accertare che poco prima il giovane italiano aveva telefonato al pusher di fiducia commissionando una dose di cocaina che gli era stata portata poco prima dallo spacciatore che l’aveva raggiunto in bicicletta. Per sua stessa ammissione il giovane riferiva di servirsi da tempo dal pusher ed un suo amico in quanto era possibile acquistare cocaina a credito dando a garanzia del credito preziosi e capi d’abbigliamento. Una sorte del banco dei pegni quello allestito dai due pusher che una volta identificati venivano localizzati in un’abitazione di via Veneri dove i carabinieri nel tardo pomeriggio di ieri davano corso a una perquisizione domiciliare. L’esito dell’attività consentiva il sequestro di alcune dosi di cocaina detenute ai fini di spaccio un bilancino di precisione, 500 euro ritenuti provento dello spaccio considerato lo stato di nullatenenza dei due e 5 telefoni cellulari ritenuti il tramite per i contatti con i clienti due dei quali, accesi, alla presenza dei carabinieri continuava a squillare di continuo. A chiamare potenziali clienti, ora in corso di identificazione, che riagganciavano alla risposta dei militari. Alla luce di quanto accertato i due nordafricani venivano condotti in caserma ed arrestati con l’accusa di concorso in spaccio di stupefacenti. Nel corso degli accertamenti emergeva che il menzionato M.E.B. nel maggio del 2015 era stato espulso dall’Italia e rimpatriato in Marocco a mezzo aereo.