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La giunta apre al car sharing privato, al via l’iter per la pubblicazione di un bando pubblico

La giunta di Virginio Merola apre al car sharing di seconda generazione, quello privato “free flow”, a flusso libero, come già avviene in altre città d’Italia. Una modalità nuova, per Bologna, dove sarà possibile utilizzare i veicoli senza vincoli di prenotazione e luogo di sosta, e con una diffusione territoriale potenzialmente più capillare. L’obiettivo, esplicitato nel Documento Unico di Programmazione 2016-2021, che recepisce le linee di mandato, è contenuto ora in una delibera approvata oggi dalla giunta: il voto finale spetterà al Consiglio comunale, dopo l’approfondimento in commissione consiliare. La delibera è stata illustrata oggi dall’assessore alle politiche per la mobilità, Irene Priolo, durante la seduta ospitata dal Centro Sociale di via Santo Stefano 119, nel quartiere Santo Stefano: con la riunione di oggi, la giunta ha toccato tutti e sei i quartieri della città.

SRM, Agenzia della mobilità che autorizza i servizi di Trasporto Pubblico Locale (TPL) del quale anche il car sharing fa parte, ha svolto un primo approfondimento e riceverà il mandato di avviare la procedura per l’istituzione di un servizio di car sharing sperimentale a flusso libero. La delibera inviata dalla giunta al Consiglio comunale precisa che l’obiettivo è promuovere politiche di mobilità sostenibile per favorire la trasformazione del possesso dell’auto in uso della stessa, in modo da consentire di rinunciare alla proprietà della macchina privata, individuale o familiare, ma non alla flessibilità delle proprie esigenze di mobilità. E’ un servizio che nel tempo è cresciuto ed è oggi erogato da numerose imprese private. L’avviso pubblico in preparazione avrà lo scopo di invitare gli operatori privati a valutare l’opportunità di investire sulla città di Bologna e conterrà alcuni indirizzi la cui cornice è contenuta nel documento licenziato oggi dalla giunta. Per esempio, il servizio dovrà utilizzare tecnologie di ultima generazione in modo che gli utenti possano gestire tutte le fasi della prenotazione e della riconsegna del mezzo attraverso applicazioni su smartphone.

Le tariffe dovranno essere convenienti per spostamenti relativamente brevi in ambito urbano, e le auto dovranno essere offerte all’utenza in maniera capillare in ambiti urbani, centrali, a domanda elevata. E’ stata ipotizzata anche una dimensione per il car sharing di seconda generazione: nel periodo di sperimentazione di cinque anni, che comincerà dalla sottoscrizione successiva alla pubblicazione del bando, del primo contratto di servizio, il parco veicolare dovrà attestarsi intorno al numero di 400-600 auto complessive.
I prossimi passi sono un incontro con le organizzazioni sindacali del Trasporto pubblico di linea e le categorie Taxi-NCC, una consultazione con gli operatori attivi in altre realtà nazionali per calibrare meglio i contenuti del bando. Oltre ad avviare questo iter, la giunta dà mandato a SRM anche di individuare un canone concessorio a carico dei gestori del car sharing privato, da modularsi secondo la ecocompatibilità dei veicoli (quelli elettrici, per esempio, avranno il canone più basso), e che la somma sia introitata da SRM e destinata come integrazione della contribuzione regionale e locale in favore del Trasporto Pubblico Locale di linea.
















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