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Modena-Sassuolo al collasso: a novembre 1 treno su 3 in ritardo. Federconsumatori: investire subito in tecnologia e treni nuovi

ale-582Dal 2 novembre sono entrate in vigore le nuove misure di sicurezza previste dall’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria (ANSF) riguardanti le linee ferroviarie regionali. Per queste nuove disposizioni non erano previste particolari conseguenze per la Modena-Sassuolo, già soggetta a limitazioni di velocità. Invece questi primi 10 giorni hanno determinato un ulteriore decadimento della qualità del servizio, con ritardi medi giornalieri di 190 minuti distribuiti sui 40 treni effettuati. I treni considerati puntuali sono stati mediamente il 64% del totale, rispetto ad un contratto di servizio che ne prevede “in orario” il 96%!
Le prime giustificazioni trapelate fanno ricadere le responsabilità dei disservizi all’introduzione sulla Modena-Sassuolo di treni già datati tipo Ale582 e utilizzati da Trenitalia sulla tratta Modena-Carpi, ora proposti su un’infrastruttura meno affidabile e con fermate molto frequenti. Un evidente aggravamento del problema, non la sua soluzione!

Federconsumatori segnala da tempo l’insostenibilità di questi disservizi che gli utenti subiscono, la cui maggiore responsabilità ricade sulla regione Emilia Romagna proprietaria della rete regionale attraverso FER e committente del servizio ora svolto da TPER. Una situazione ben nota alla stessa Regione già all’acquisizione delle tratte locali (ex-concesse), evidentemente bisognose di importanti interventi tecnologici, a partire dai sistemi automatici di sicurezza per la marcia dei treni.
Sulla Modena-Sassuolo non sono più rinviabili interventi alle infrastrutture di stazione e di linea, la riduzione/eliminazione dei passaggi a livello e l’adeguamento del sistema di circolazione. Il servizio viaggiatori deve essere svolto con treni adeguati come gli Stadler ETR350 ora appannaggio delle sole linee regionali del nodo bolognese. Gli oltre 2.500 utenti che ogni giorno utilizzano la ferrovia Modena-Sassuolo confermano le ragioni di un trasporto pubblico veramente “sostenibile”, una “cura del ferro” che non può prescindere da treni e rotaie.

















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