Il vitigno Festasio nero di Festà di Marano è stato inserito, nei giorni scorsi, dalla Regione nell’elenco dei vitigni idonei alla coltivazione, una conferma dopo l’inserimento, nel luglio scorso, nell’elenco nazionale delle varietà di vite del ministero delle Politiche agricole. L’evento sarà presentato, domenica 6 novembre, nell’ambito della quarta edizione della festa “Marano divino” in programma, tutto il giorno, in piazza Matteotti, su iniziativa dell’associazione “Albero e i bambini”.
Previsti degustazioni, anche di vino Festasio, stand gastronomici con piatti tipici della tradizione locale, spazi gioco per bambini e visite guidate all’acetaia comunale e al museo civico.
«Il riconoscimento dell’uva Festasio – commenta Emilia Muratori, sindaco di Marano sul Panaro – è una bella notizia che tra l’altro apre nuove prospettive anche economiche e produttive per un vitigno antico dalle caratteristiche uniche. E’ un risultato che premia un progetto partito con l’affidamento di diverse piante ad agricoltori custodi della zona che hanno consentito di riscoprire questo prezioso vitigno ricco di storia».
Sono 19, infatti, gli agricoltori residenti nell’area di coltivazione storica che hanno “adottato” e piantumato, nell’agosto 2011, centocinquanta piantine di Festasio, aderendo al progetto del Comune sul comportamento agronomico ed enologico del vitigno.
Nel 2011 il primo assaggio del prodotto della vinificazione sperimentale effettuata dal Crpv (Centro Ricerche produzioni vegetali della Regione), che ha verificato il carattere non ibrido del vitigno, fino al riconoscimento definitivo dei giorni scorsi.
Le caratteristiche enologiche del Festasio sono il colore rosso scuro, viola cupo, un profumo gradevole, un gusto leggermente amaro, vellutato con un leggero residuo zuccherino.
Il vitigno Festasio era coltivato a Festà in epoca medievale dai monaci di Nonantola, grazie alla buona posizione collinare, l’esposizione soleggiata e l’idoneità del suolo; uno dei primi esempi di viticoltura specializzata del territorio modenese.