Compra la casa vacanza online, ma scopre che il venditore è sparito. Spende poco per l’auto usata trovata su un noto sito web, ma perde anche la caparra. Acquista il ricambio per originale, ma si ritrova un prodotto di bassa lega d’importazione. Riceve i prodotti per la pulizia comprati su internet, ma non ha alcun titolo di vendita di garanzia. Sono solo alcuni dei più recenti casi avvenuti in Emilia che pongono sotto la lente di Lapam Confartigianato le vendite online. Truffe online che, a Reggio Emilia, sono di grande attualità, come risulta dai recenti arresti. A farne un’analisi è Gabriele Arlotti, presidente di Lapam Confartigianato Castelnovo Monti (Reggio Emilia), che pone l’accento su tre elementi denunciando che “Le truffe, la non conformità dei prodotti e il mercato nero danneggiano consumatori e artigiani e commercianti”. Se il valore dell’e-commerce in Italia è in costante crescita e vale già oltre 16 miliardi di euro annui, per l’Ufficio studi di Lapam Confartigianato, c’è un sottobosco che vale almeno 1 miliardo di euro di transazioni non tracciate perché eseguite da soggetti privi di partita iva o qualsiasi titolo alla vendita. Tre i livelli di dannosità del fenomeno.
“Nelle piccole transazioni su web, almeno 3 su dieci 10 avvengono senza emissione di alcun documento di vendita anche per prodotti artigianali o commerciali. Questo significa – lamenta il presidente Arlotti – che ci si trova dinnanzi ad abusivi che approfittano dell’online per fare vendite che, se fatte in una struttura fisica, sarebbero facilmente accertabili. Si tratta di una evasione fiscale che, nel complesso, ha un valore imponente e danneggia chi opera nel commercio e nell’artigianato con regole, controlli e versando il dovuto”.
“Questo insidioso fenomeno – aggiunge il responsabile di Castelnovo Monti – fa sì che in alcuni casi si debordi e chi vende non consegni la merce pattuita (case, auto, accessori,…). Si tratta di vere e proprie truffe dove solo con una denuncia e una attenta attività di indagine è possibile colpire i responsabili”.
“L’impossibilità poi di vagliare a priori la bontà dei prodotti, spesso per informazioni mendaci sui siti, rende molto a rischio certi tipi di transazione. L’acquisto di medicinali, cosmetici, prodotti per la casa, alimentari e molto altro, a volte riguarda materiali di contrabbando, artefatti o falsi. Il rischio per il consumatore è evidente”.
Ci sono settori di consumo ormai avvezzi all’online (ma non esenti da truffe) quali Turismo (+14% il dato di crescita registrato nel 2015), Informatica ed elettronica di consumo (+21%), Abbigliamento (+19%) ed Editoria (+31%) e un mercato emergente che vale un quindicesimo del totale e ancora poco conosciuto ma in crescita: Giocattoli, Food&Grocery, Arredamento, Luxury Commerce, Home living.
A Castelnovo Monti è ancora in vigore un protocollo sottoscritto tra le diverse associazioni con azioni mirate contro l’abusivismo, “Ora – conclude Arlotti – è auspicabile la messa a punto su scala nazionale di un sistema che tuteli consumatori, produttori e addetti nei servizi. Dapprima pensiamo in particolare a un incremento dell’attività di vigilanza sulla miriade di transazioni online con sistemi informatici adeguati e forti delle nuove conoscenze nella gestione dei big data, i grandi numeri di transazione tra cui districarsi. Quindi all’estensione su scala nazionale di un registro e del bollino della legalità per aziende che vendono online e rispondono a determinati requisiti. Infine, l’invito, da potenziare anche con campagne ad hoc, ad acquistare solo da venditori autorizzati o con lo stesso bollino”.