E’ stato Ugo La Pietra il maestro della Lezione alla Rovescia ospitata dal Palazzo dei Congressi all’Europauditorium nella giornata conclusiva di Cersaie 2016. Ugo La Pietra, designer, architetto e artista, ha incontrato gli studenti di istituti superiori dell’Emilia-Romagna nell’ambito del programma ‘costruire abitare pensare’. Sul palco, nove di loro si sono potuti cimentare direttamente in un “incarico” assegnato dall’eclettico ‘non maestro’, che ha chiesto loro di realizzare un oggetto di merchandising, con caratteristiche precise da rispettare (economico, di dimensioni contenute, accattivante per un potenziale pubblico…), che fosse “territoriale”, cioè legato all’ambiente e al territorio in cui i giovani aspiranti artisti l’avrebbero proposto, nella loro immaginazione. La Lezione alla rovescia è stata introdotta dallo storico dell’Architettura Fulvio Irace, docente al Politecnico di Milano.
“Per gli artisti in generale, e forse gli architetti in particolare – ha esordito il maestro – è necessario creare opere significanti, che trasmettano qualcosa e non siano fini a sé stesse”. “Un aspetto, quello del “progetto territoriale”, cioè legato all’ambiente che lo circonda con le sue risorse, naturali o storiche e culturali, che spesso purtroppo i progettisti dimenticano, troppo concentrati su un concetto di “creatività = libertà assoluta” che invece non è sempre vero”, ha specificato.
Per questo motivo, in occasione di Cersaie 2016 La Pietra ha chiesto ai giovani sul palco di “parassitare” una situazione, ovvero di sfruttare occasioni di creatività traendo ispirazione da un evento o una caratteristica tipica di un territorio, lanciando una gara tra i giovani sul palco. I ragazzi hanno quindi dovuto inventare davanti alla platea di compagni alcuni gadget che, secondo loro, si sarebbero potuti trovare in un negozio di souvenir della loro città, e che presentassero un evidente legame con le caratteristiche del loro ambiente. Per esempio: i giovani aspiranti artisti di un istituto modenese hanno proposto gadget ispirati alla Ghirlandina, o alla velocità delle automobili di Formula Uno; altri, hanno ideato chiavette Usb a forma di lasagna, piatto tipico emiliano; altri ancora, hanno proposto formaggiere a forma di tortellino, altre leccornie della regione.
“Osservare il territorio cui è destinato è il primo passo per approcciarsi a un progetto – ha spiegato agli studenti Ugo La Pietra –. Comprenderne e sfruttarne le risorse, sia naturali, come un materiale che magari è particolarmente diffuso in un determinato luogo, sia culturali, deve essere la base da cui poi l’architetto immagina una costruzione”. Quindi, si parte dall’oggettistica-merchandising per arrivare fino a un edificio realizzato secondo una perfetta armonia col territorio su cui sorge. “L’esatto opposto della globalizzazione, che va evitata – ha proseguito La Pietra –. Come può avere senso un albergo costruito identico a New York, Milano e Tokyo?”
Ugo La Pietra, nato a Bussi sul Tirino (PE) nel 1938, attualmente vive e lavora a Milano. Tra le sue opere più rappresentative, “Il giardino all’italiana”, realizzato a Bologna con piastrelle di ceramica industriale, in riferimento all’area produttiva di ceramica d’Imola; i monumenti alla balnearità a Cattolica in ceramica e mosaico, in riferimento alla ceramica di Faenza e al mosaico di Ravenna; il monumento al Salento, in pietra leccese.
E sono soprattutto le collezioni di oggetti, realizzate in vari territori, a dimostrare il suo impegno verso quella cultura materiale che sembra, negli anni ’90, ancora lontana dalla cultura del progetto. Nel 1979 vince il Compasso d’Oro per una ricerca di arredi per le Case Gescal e nel 2009 gli viene conferito il “Premio alla carriera” nell’ambito di Palermo Design Week e realizza il progetto per la piazza di Giffoni (Salerno). Ha realizzato più di 900 mostre personali e collettive.