Alcune piante di canapa indiana nascosta tra la vegetazione sono state rinvenute dai carabinieri della stazione di Casalgrande in un terreno demaniale nelle vicinanze di via due giugno. Una coltivazione di marijuana risultata essere amorevolmente curata è stata quindi scoperta dai carabinieri che ora hanno avviato le indagini a carico di ignoti in ordine al reato di produzione e coltivazione di sostanze stupefacenti.
Ignoti contadini quelli che i carabinieri stanno cercando di identificare in quanto la pazienta attesa degli operanti protrattasi per alcuni giorni non ha permesso di intercettare coloro o colui che si occupava in prima persona della piantagione accuratamente concimata e annaffiata come desunto anche dalla presenza di specifica attrezzatura quale piccole vanghe e fertilizzanti. Al riguardo sono al vaglio alcune testimonianze da parte dei carabinieri che hanno indicato la zona essere ultimamente frequentata da un gruppetto di giovani ma allo stato gli investigatori mantengono il massimo riserbo per evitare di compromettere le risultanze investigative dell’indagine avviata sotto il coordinamento della Procura reggiana.
Ed è proprio partendo dalle segnalazioni di alcuni cittadini che hanno riferito la presenza sospetta di alcune persone nella zona ricadente nella bassa reggiana che i carabinieri della stazione di Casalgrande hanno eseguito uno specifico servizio. Controlli a tappeto che sono stati eseguiti avuto particolare riguardo ad una zona demaniale posta nelle immediate vicinanze di alcuni capannoni industriali dismessi per comprendere i motivi che secondo precise testimonianze vedeva quotidianamente alcuni giovani bazzicare nei pressi. Il sopralluogo dei Carabinieri ha rivelato i motivi di tale sospette frequentazioni: è stata infatti rinvenuta una mini piantagione di marijuana amorevolmente coltivata e concimata con sostanze fertilizzanti organiche. Piante di canapa indiana, aventi un’altezza anche di due metri che ha indotto gli operanti ad eseguire per alcuni giorni servizi d’osservazione con lo scopo di intercettare coloro o colui che si occupava della piantagione. Servizi che non hanno prodotto i risultati auspicati giacché nonostante l’attesa nessuno si è fatto vivo da qui la rimozione delle piante sottoposte a sequestro da parte degli operanti che ora subiranno le analisi di laboratorio necessarie per accertare il tasso di principio attivo della canapa, che ha tanti nomi ma sempre la medesima pianta che se cresce sopra il 30 parallelo ha una percentuale di Thc (tetracannabinolo) attorno allo 0.1, mentre nei climi piu’ caldi diventa psicoattiva, arrivando anche al 25. Nonostante il mancato intercettamento degli ignoti contadini gli operanti sono fiduciosi grazie alle testimonianze che potrebbero a breve portare all’identificazione dei pollici verdi reggiani.
(immagine d’archivio)