Lunedì 5 settembre “suona la campanella” per i bambini che frequentano nidi e scuole d’infanzia a Modena, almeno per quelli comunali e della Fondazione Cresci@mo. Da quest’anno infatti, per andare incontro alle esigenze delle famiglie favorendo la conciliazione di tempi di vita e di lavoro, l’assessorato alla Scuola anticipa la riapertura dei servizi frequentati dai bambini 3-6 anni, facendola coincidere con la ripresa delle attività educative rivolte alla fascia 0-3 anni. A Modena sono 12 le scuole d’infanzia comunali; dieci (comprese le tre che iniziano a farvi parte da quest’anno) quelle gestite dalla Fondazione Cresci@mo.
Ma non sono queste le uniche novità con cui si apre l’anno scolastico 2016/2017. “Ai nastri di partenza ci sono soprattutto i dieci Istituti comprensivi in cui è stata riorganizzata verticalmente tutta le rete scolastica statale (scuole d’infanzia, primarie e secondarie di primo grado) in funzione della continuità didattica e una scuola tutta nuova, la Mattarella, che di quella riorganizzazione è divenuta il simbolo, non solo perché intorno ad essa ruoterà il Comprensivo 3, ma soprattutto perché grazie all’impegno e all’esperienza dei docenti e alla disponibilità dei progettisti con cui hanno collaborato, in quella nuova scuola si sperimenterà anche una didattica innovativa”.
Il 15 settembre, giorno in cui gli alunni di tutta la regione torneranno sui banchi, anche la nuova scuola Mattarella apre le porte alla città. In occasione dell’avvio dell’anno scolastico ad inaugurarla ci saranno, oltre a insegnanti e studenti, autorità civili e religiose e ovviamente i genitori dei ragazzi e l’intero quartiere.
Terminate infatti le opere murarie relative al terzo e ultimo stralcio, procedono a pieno ritmo i lavori per completare impianti e opere di urbanizzazione esterna della scuola intitolata al presidente della Regione Sicilia assassinato da Cosa nostra nel 1980, fratello dell’attuale Presidente della Repubblica.
ALLE MATTARELLA UNA DIDATTICA INNOVATIVA
Nel nuovo istituto organizzato per dipartimenti è la classe degli studenti a spostarsi tra laboratori e aule disciplinari. Progettata con le insegnanti “L’isola che c’è”.
Porte e contrassegni di colore arancione per le aule del dipartimento di lettere, verde per quello di matematica, fucsia per lingue, mentre i laboratori saranno contraddistinti dal colore ocra. Non un vezzo stilistico degli architetti ma un modo in più per rendere immediatamente riconoscibile, anche cromaticamente, l’organizzazione per dipartimenti che avrà la nuova scuola secondaria di primo grado Mattarella.
La scuola, che nasce in una struttura realizzata con elevati standard di efficienza energetica e ambienti didattici orientati per garantire la migliore illuminazione naturale attraverso le ampie vetrate, intende anche sperimentare una didattica innovativa. Per farlo si ispira a un modello diffuso nei Paesi del nord Europa e utilizzato in taluni istituti superiori, oltre che sperimentato per un breve periodo alla Lanfranco di Modena da cui provengono gli stessi insegnanti che ora lo applicano nella Mattarella. Il modello prevede che la configurazione tradizionale secondo cui a ogni classe è attribuita un’aula in cui gli studenti vivono la maggior parte del tempo scuola mentre i docenti girano da una classe all’altra, sia scompaginata per lasciare il posto ad aule assegnate in funzione delle discipline che vi si insegnano.
Nella nuova scuola Mattarella sarà infatti la classe degli studenti a spostarsi da un’aula all’altra, gli spazi possono così essere allestiti in modo funzionale alle specificità della disciplina.
Al piano terra gli armadietti dove ogni ragazzo riporrà il proprio materiale per dirigersi poi nell’aula richiesta dalla lezione: le aule del dipartimento umanistico sono collocate allo stesso piano come la sala lettura, l’aula di musica e la palestra. Per le materie scientifiche e linguistiche occorre invece recarsi ai relativi dipartimenti di matematica e di lingue al primo piano, come i laboratori multimediali, di arte e di scienze.
Nessun problema per il registro di classe che da anni non esiste fisicamente più, sostituito da quello elettronico, inoltre la scuola è interamente coperta dal wifi e ogni classe è dotata di Lim, la lavagna interattiva multimediale.
Nelle ampie “aule disciplinari” dove l’apprendimento avviene per ambienti e si potenzia la didattica attiva grazie all’utilizzo di sussidi specifici c’è anche posto per quella che gli insegnanti hanno battezzato “l’Isola che c’è”, uno spazio polifunzionale, delimitato ma integrato con l’aula anche grazie a una parete vetrata, ottimale sia per il lavoro individuale che a piccoli gruppi, che potrà essere in futuro attrezzato con stampante e pc.