Lunedì 18 luglio, alle ore 21.30, il Centro Teatrale MaMiMò ospita al Teatro Piccolo Orologio la compagnia Teatro S’Arza con lo spettacolo ‘Racconti di paesi lontani’, con Maria Paola Dessì e Stefano Petretto, per la regia di Romano Foddai. Lo spettacolo si inserisce nel programma di iniziative del ‘Nelson Mandela international day 2016’, promosso dal Comune di Reggio Emilia per celebrare la data di nascita del leader sudafricano e ricordare il suo impegno per la tutela dei diritti umani e la lotta contro tutte le diseguaglianze.
Da quattro anni, ogni 18 luglio, il Centro Teatrale MaMiMò contribuisce, attraverso spettacoli e performance artistiche, a ricordare la figura dello storico leader sudafricano per i diritti umani, Nelson Mandela. Lo fa nel giorno in cui tutto il mondo celebra la giornata nazionale istituita dall’Onu in suo onore. Il Mandela Day non è stato creato tanto per essere un giorno di festa quanto per onorare la grande eredità che Mandela, ex Presidente del Sud Africa, ha lasciato a tutti noi attraverso i suoi valori, il suo volontariato e il suo servizio alla comunità. Il Mandela Day è un appello globale all’azione, ogni individuo ha il potere di trasformare il mondo, la capacità di avere un impatto su di esso.
Lo spettacolo ‘Racconti di paesi lontani’ è il frutto di una ricerca condotta su alcune tradizioni ebraiche della cultura chassidica dei primi anni del Novecento in particolare in Polonia e forme tradizionali della Sardegna arcaica dello stesso periodo che presentavano, per temi ed elementi, analogie e caratteristiche di contiguità. Attraverso la collaborazione con il docente di teatro David Zinder dell’Università di Tel Aviv si è scelto di raccontare il dramma di Semën An-skij “Dybbuk” che illustra diversi aspetti della cultura ebraica, quelli in particolare relativi a forme di possessione da parte di anime vaganti e alla concezione del mondo e del ruolo della divinità e degli uomini nel determinarne il destino. Si sono poi identificati riti di possessione nelle culture popolari europee, studiando cosi i rituali dell’arza in Sardegna e la visione del mondo delle popolazioni sarde di quel periodo.
Nello spettacolo un giovane e la sua mamma raccontano storie di ragazzi innamorati, di promesse non mantenute dai loro rispettivi genitori, delle disarmonie conseguenti, della necessità del sacrificio per ristabilire la ricerca verso la perfezione di ciascuna anima nella sua ascesa verso Dio. Come dice il personaggio della vecchia mentre compie il rituale della possessione: “al di là del buono e del cattivo, al di là del bene e del male, al di là della vendetta e del perdono è necessario un sacrificio per ristabilire l’ordine, per ritrovare l’armonia perduta..”. Racconti di paesi lontani lancia un chiaro messaggio di eguaglianza: aldilà delle singole culture esistono leggi non scritte che appartengono a tutti gli esseri umani, ebrei, sardi e musulmani, tutti figli di un’unica madre.
Racconti di paesi lontani è inserito all’interno di un progetto triennale del Teatro S’Arza, riconosciuto per la sua rilevanza dal Ministero dello spettacolo e dei beni culturali, ed è nato sull’onda dell’indignazione emotiva provocata dagli attentati terroristici a Charlie Hebdo e al negozio ebraico di Parigi. La compagnia ha deciso di reagire a queste aberrazioni con una proposta culturale che, aiutando a creare le condizioni di reciproca conoscenza delle diverse culture, in maniera tale da far superare i pregiudizi verso la diversità che allignano nelle popolazioni, annulli la strategia terrorista che contrappone cristiani, ebrei e musulmani presentandoli come dei nemici.
Lo spettacolo è ad ingresso gratuito.
Informazioni allo 0522.383178 o biglietteria@teatropiccolorologio.com