Via libera dell’Assemblea legislativa al progetto di legge “Modifiche legislative in materia di Politiche sociali, per le giovani generazioni e abitative conseguenti alla riforma del sistema di governo regionale e locale”, che contiene numerose misure su casa, giovani e migranti.
“Sono particolarmente contenta delle norme che riguardano le politiche a favore dei giovani- ha dichiarato Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e assessore al Welfare e alle politiche abitative-. Oltre all’adeguamento delle sette leggi regionali esistenti al processo di riordino territoriale, a partire dalle funzioni prima in capo alle Province- spiega la vicepresidente- abbiamo cercato di dare risposte più precise al disagio giovanile. L’inserimento della dipendenza da social network e la forte valorizzazione di tutte le agenzie educative esterne (oratori, centri per le famiglie, associazioni del terzo settore che lavorano con i giovani), che possono dare una mano concreta alle istituzioni pubbliche, sono novità rilevanti che fanno marciare la legislazione regionale insieme ai cambiamenti della società. Di questo- conclude Gualmini- siamo molto fieri. Ottimo poi il lavoro di confronto e di collaborazione con le forze politiche sia della maggioranza che dell’opposizione”.
Il provvedimento, modificando sette leggi regionali ora vigenti, introduce appunto misure significative soprattutto su casa, giovani e migranti. A partire dalla proprietà indivisa (meno vincoli per trasformarla in proprietà individuale), e quindi possibilità per le società cooperative di vendere gli alloggi agli affittuari se c’è l’accordo di almeno il 50% dei soci (e non del 100% come richiesto oggi). Tema affidi: fatta salva la decisione del giudice, dovrà essere rispettata una gerarchia che vede le famiglie al primo posto, i single al secondo e le strutture residenziali al terzo, così come prevede la normativa nazionale (mentre al momento la legge regionale parifica famiglie e strutture residenziali). E ancora: via al rafforzamento dell’offerta territoriale di progetti per ragazzi e adolescenti, una rete che va dalle scuole agli oratori. Infine, l’abolizione della Consulta regionale per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati, la cui funzione viene già svolta da altri organismi.
Il testo armonizza e riordina la disciplina vigente nelle materie afferenti alle politiche sociali, al Terzo settore, alle politiche giovanili e a quelle abitative rispetto al nuovo assetto istituzionale uscito dalla riforma del sistema di governo regionale e locale (L.r. 13/2015), a iniziare dalle funzioni prima in capo alle Province.