0,52%. E’ questo il ‘numero magico’ dell’export delle Mpi (le micro e piccole imprese, ovvero le imprese che hanno fino a 50 addetti) modenesi nei confronti della Gran Bretagna. Una percentuale non altissima e identica al totale nazionale, che fa della nostra provincia la 35esima in Italia per ‘peso’ dell’export nei confronti del Regno Unito. Le stesse Mpi nei settori del manifatturiero dove le imprese fino a 50 addetti sono più presenti (agricoltura, tessile-abbigliamento, meccanica, pelletteria, legno, altri) nel periodo aprile 2015-marzo 2016 hanno esportato direttamente da Modena al Regno di Elisabetta II 108,4 milioni di euro, circa un settimo dell’intero export manifatturiero della nostra provincia in Gran Bretagna (733 milioni di euro, metà dei quali legati a mezzi di trasporto e quindi con ogni probabilità legato al trend del settore auto. Di conseguenza la filiera della subfornitura è contata all’interno di questa cifra).
“I numeri dicono che il ‘peso’ dell’export modenese verso la Gran Bretagna è considerevole ma non elevatissimo – spiega il presidente Erio Luigi Munari – e quindi non è davvero il caso di fare dell’allarmismo. Per conoscere l’effetto concreto della cosiddetta Brexit dovremo attendere un po’ di tempo, quello che è importante è evitare che questa incertezza si riverberi sulle imprese, che devono continuare a lavorare senza intoppi. Sappiamo bene che, soprattutto nel mondo globalizzato, i tempi sono determinanti e quindi è necessario che sia fatta chiarezza in fretta a livello di istituzioni sovranazionali. Quello britannico – conclude Munari – resterà un mercato di riferimento anche dopo la Brexit e per noi, come associazione a servizio delle imprese, è importante supportare i nostri associati. Non mancano progetti di internazionalizzazione nei confronti del Regno Unito, il nostro servizio per i mercati esteri lavora da sempre con quel Paese e siamo convinti che sia necessario proseguire su questa strada. Consapevoli che la parola debba passare alla politica e che sia necessaria e urgente una risposta forte da parte della politica della Ue per assicurare all’Europa, e quindi anche ai nostri territori, sviluppo e benessere”.