Quella tra Nelson Mandela e la musica è una storia d’amore durata tutta la vita. Musica che ha avuto un ruolo determinante per la sua liberazione e per il successo della lotta anti apartheid; musica come strumento di emancipazione, musica che illumina i momenti più bui, quando la speranza sembra morire oltre le sbarre di una cella. È per questo che lunedì 18 luglio allo stadio Mirabello di Reggio Emilia si festeggia il compleanno dell’uomo che più di tutti ha incarnato i valori della libertà e dell’uguaglianza ben oltre i confini del suo Paese. Il Nelson Mandela International Day sarà celebrato con una grande festa di musica nel giorno di chiusura della rassegna Mirabello Aria Aperta nella città che vanta da 40 anni un legame profondo con il Sudafrica e che ha contribuito in modo determinante alla battaglia contro l’apartheid. Un legame che si conferma indissolubile quello tra Reggio e il Paese africano. L’evento è infatti patrocinato dalla Repubblica del Sudafrica, dall’Ambasciata del Sudafrica in Italia, dalla Nelson Mandela Foundation, dal Tavolo Reggio-Africa e dall’Assessorato alla Città Internazionale del Comune di Reggio Emilia.
Allo stadio Mirabello andrà in scena il Mandela Day Music Happening, con i migliori giovani artisti e band emergenti dell’Emilia Romagna – selezionati da una commissione di garanti – che si esibiranno davanti al pubblico. Al termine del contest sarà premiata la migliore performance in linea con lo spirito del Nelson Mandela Day.
L’ingresso per il pubblico è gratuito così come l’iscrizione di artisti e band musicali. Palco, luci e video sono messi a disposizione dell’organizzazione senza costi aggiuntivi. L’accesso allo stadio sarà consentito dalle ore 17.30.
Una lunga storia di amicizia.
Questa è la storia di un’amicizia. Un’amicizia di quelle vere perché nata contro interessi e convenienze. Un’amicizia pericolosa con un lembo di mondo abbandonato alla barbarie della segregazione razziale nel silenzio complice dell’intero Occidente. Anche la Cia aveva gli occhi puntati su Reggio da quel 26 di giugno del 1977 quando la città siglò un “patto di solidarietà” con il movimento anti apartheid dell’African National Congress, il movimento di liberazione per la creazione di un Sudafrica unito e democratico fondato da Nelson Mandela, Oliver Tambo e Walter Sisulu. Pericolosi terroristi per il governo degli Stati Uniti che all’improvviso si trovò a fare i conti con la dissidenza di una piccola città italiana che si fece avanguardia di un cambiamento che nel giro di poco più di un decennio avrebbe rovesciato fronti e ristabilito nuovi equilibri.
Quel patto di solidarietà, stretto sotto gli occhi diffidenti del mondo libero, si trasformò ben presto in un legame profondo e in una sfida aperta. Nel 1978, in occasione dell’anno internazionale contro l’apartheid indetto dall’Onu, Reggio Emilia ospitò la “Conferenza Nazionale di solidarietà per l’indipendenza e la sovranità dei popoli dell’Africa australe contro il colonialismo, il razzismo e l’apartheid”. Al teatro Valli intervennero alcuni dei principali leader dei movimenti di liberazione africani fra i quali Oliver Tambo, presidente dell’ANC, Sam Nujoma, presidente della Swapo della Namibia Iosian Chinamano, per il Patriot Front dello Zimbabwe. Dopo la conferenza, gli ospiti furono accolti a Roma dal presidente della Repubblica Sandro Pertini e da Papa Giovanni Paolo II.
A partire dal 1978 il Comune di Reggio Emilia pubblicò l’edizione in lingua italiana dell’organo ufficiale dell’African National Congress, il periodico “Sechaba”, e nel 1982 il primo libro di Nelson Mandela tradotto in lingua italiana: “La lotta è la mia vita”.