La Gran Bretagna rappresenta per Modena il quarto Paese di destinazione delle vendite estere dopo Stati Uniti, Germania e Francia, ed è anche un mercato in fortissima espansione in particolare negli ultimi anni (+65% dal 2010 al 2015). Le aziende della provincia che intrattengono rapporti abituali di import-export con il Regno Unito sono 561, ovvero un quarto del totale delle imprese modenesi operanti stabilmente con l’estero.
L’INTERSCAMBIO COMMERCIALE
La provincia di Modena nel 2015 ha esportato merci verso il Regno Unito per un ammontare di 733 milioni di euro, un valore che rappresenta il 6,2% del totale export e ha importato prodotti per 186 milioni di euro, ovvero il 3,6% del totale import. Dal 2010 ad oggi è andata significativamente crescendo l’importanza di questo mercato, con incrementi pari al 65,5% per le esportazioni e del 27,2% per le importazioni. Soltanto nel 2015 rispetto all’anno precedente le esportazioni verso il Regno Unito hanno segnato un +12,8%.
A livello regionale l’economia britannica ha un peso analogo, rappresentando il 6,2% dell’export, mentre l’import è il 3,0% del totale. Entrambi i valori sono in aumento nel 2015: +6,7% le importazioni e +11,5% le esportazioni.
Considerando l’interscambio nazionale con i britannici, nel 2015 è stato pari al 5,4% sul totale delle esportazioni e al 2,9% per le importazioni, rispettivamente in aumento del 7,4% e del 2,8% nell’ultimo anno, mentre a partire dal 2010 le esportazioni sono cresciute maggiormente (+27,9%) e le importazioni hanno segnalato solamente un +5,6%.
I SETTORI PIU’ ESPOSTI
Per quanto riguarda le esportazioni modenesi, che potrebbero essere più in difficoltà a fronte di una sensibile svalutazione della sterlina, il 98% di esse riguarda comparti del settore manifatturiero, con la prevalenza dei mezzi di trasporto (51,7% del totale), seguiti da macchinari e apparecchi meccanici (17,3%), dalla ceramica (10,8%) e dai prodotti alimentari (6,7%). In particolare proprio nel 2015 era stato ottimo l’andamento della ceramica (+19,4%), dei mezzi di trasporto (+18,2%) e dei macchinari e apparecchi meccanici (+14,6%).
Le importazioni, che invece potrebbero scontare prezzi inferiori, riguardano per la maggioranza macchinari e apparecchi meccanici (41,7% del totale), mezzi di trasporto (19,6%) e sostanze e prodotti chimici (6,3%).
LE PREVISIONI IN UN REPORT DI SACE
Anche a livello nazionale, tra gli effetti economici più temuti dell’uscita dei britannici dalla UE vi sono proprio i possibili contraccolpi negativi sull’export. La Sace, società che supporta l’internazionalizzazione delle imprese, in un recente report ha stimato per l’Italia un impatto sul 2016 tutto sommato limitato, visti anche i lunghi tempi tecnici della separazione; tuttavia già nel 2017 è prevista una contrazione stimata dal 3 al 7% per l’export italiano oltremanica, equivalente a circa 600-1.700 milioni di euro in meno di prodotti esportati.
Per Modena si tratterebbe di minori vendite stimabili in un range da 22 a 51 milioni di euro in un anno.
I settori più colpiti a livello nazionale, sempre secondo Sace, sarebbero quelli della meccanica strumentale (da un -10% fino a -18%) e dei mezzi di trasporto (da -10% a -16%).
Si tratta purtroppo di settori di punta dell’export modenese in Gran Bretagna, basti pensare che da soli rappresentano il 68% del totale merci esportate in quel Paese.
LE IMPRESE MODENESI GUIDATE DA CITTADINI BRITANNICI
In base ai dati del Registro Imprese, le aziende attive con sede in provincia di Modena in cui persone nate in Gran Bretagna rivestono cariche sono 130 (su un totale di 66.082); in Emilia-Romagna sono 807 (su un totale di 407.904); sul territorio nazionale 10.422 (su un totale di 5.125.978); in tutti e tre i casi la quota percentuale è pari allo 0,2%.