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Quartieri Modena, Bosi: “esperienza da mettere a regime”

“I Quartieri hanno un ruolo prioritario e Giunta e Consiglio hanno la volontà costante di valorizzarlo. Per questo vogliamo ringraziare tutti coloro che investono tempo e capacità per farli funzionare, a titolo volontario e svolgendo un ruolo fondamentale”. Sono questi due elementi essenziali alla base di ogni riflessione sui Quartieri secondo l’assessore ai Quartieri e alla Partecipazione Andrea Bosi intervenuto in Consiglio comunale, lunedì 30 maggio, nel corso del dibattito sui Quartieri seguito alla presentazione, lo scorso 5 maggio, delle relazioni dei presidenti sui primi 18 mesi di attività. “Dobbiamo però prendere atto – ha proseguito Bosi – che c’è qualcosa che non funziona come rilevano gli stessi Consigli di Quartiere. Inoltre, all’interno dei Consigli c’è una carenza di legittimità diretta: la legittimità di una persona non eletta ha un senso diverso di quella di chi è stata eletta. Si tratta di un’esperienza nuova, che ha bisogno di essere messa a regime: abbiamo in scadenza i primi due anni, Consiglio e assessorato hanno la competenza per correggere i problemi che si sono evidenziati, facciamolo”.

Aprendo il dibattito per il Pd, Antonio Carpentieri ha definito “giusta” la scelta di mantenere i quartieri, “basata sulla Carta Costituzionale e sullo Statuto del Comune. La nomina dei componenti dei Consigli di Quartiere da parte del Consiglio comunale è una scelta corretta ed è l’unica che a legge vigente consentiva di tenere insieme la partecipazione a livello territoriale e una forte autorevolezza dei rappresentanti dei membri del Consiglio di Quartiere”. Simona Arletti ha evidenziato che “non possiamo dire che la sperimentazione sia andata liscia ma questa esperienza deve assolutamente proseguire: quale strumento è più significativo che avere nel territorio sensori attenti, fatti di uomini e donne che dialogano con i cittadini, ne percepiscono problemi, ansie, critiche e proposte? La legge nazionale che ha abolito le circoscrizioni è da correggere in un’ottica di autonomia decisionale delle città”. Per Carmelo De Lillo i Quartieri sono “le avanguardie dell’Amministrazione nel dialogo con il territorio. Questo è il loro ruolo e dovrà continuare a esserlo. Investire sui Quartieri è l’unica strada per rivitalizzare la partecipazione delle associazioni e dei cittadini. Come Consiglio possiamo impegnarci ad andare sul territorio per condividere problemi e coinvolgere direttamente i Quartieri nella progettazione della città”. Secondo Chiara Susanna Pacchioni il fatto che i consiglieri non siano più elettivi, “può essere un vulnus. Ma non è cambiato rispetto alle circoscrizioni, e non deve cambiare, il ruolo che riconosciamo ai quartieri: punti di riferimento competenti per i cittadini sul territorio, primo e fondamentale presidio di partecipazione attiva”. Vincenzo Walter Stella ha evidenziato che “da tutti i Quartiere emerge la richiesta di maggior coinvolgimento rispetto alla raccolta di pareri. I Quartieri devono continuare a esistere ma è interessante rimettere in discussione il Regolamento: l’assessore ha il dovere di far tesoro dell’esperienza dei primi due anni, coglierne le criticità per perfezionare le regole che la forza politica che rappresenta ha finora ritenute non abbastanza efficaci”. Fabio Poggi ha invitato a smettere di dire “che i consiglieri di Quartiere non sono pienamente legittimati perché sono nominati e non eletti. Le Circoscrizioni, svuotate dalla legge, sarebbero state un ‘paggetto’ della giunta, mentre i Quartieri non lo sono. Sono un’istituzione che ha un mandato dal Consiglio comunale: non sono chiamati a gestire ma hanno un mandato di progettazione, indirizzo, proposta e parere. Dobbiamo lavorare sul coordinamento diretto e stretto da Consiglio a Quartieri”. Per Caterina Liotti “il lavoro fatto fin qui dai Quartieri è da valorizzare. Di fronte a una legge che non condividiamo ma che c’è abbiamo cercato una soluzione e questa è la modalità a nostro avviso migliore. Si possono immaginare altri strumenti di partecipazione, ma non credo possano essere equiparate a strutture come quelle dei Quartieri e che tutti i giorni sono vicino ai cittadini”. Il capogruppo Paolo Trande ha affermato che i Quartieri sono “strumento essenziale alla democrazia di questa città e stiamo lavorando per trovare strumenti utili all’interno di un quadro normativo al quale non possiamo derogare. Credo che oggi si sia consumata una rottura importante anche dal punto di vista dei rapporti: viene a mancare un elemento di realtà e ognuno nelle prossime settimane si dovrà assumere le proprie responsabilità su questo tema”.

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Nel dibattito sui Quartieri, per il M5s, Mario Bussetti ha messo in evidenza diverse “criticità nel funzionamento dei Quartieri, partendo dalle relazioni dei presidenti, redatte con modalità diverse e in molti casi senza alcuna condivisione”. Per il consigliere il lavoro dei Quartieri è troppo legato alla buona volontà dei presidenti” e ci sono “profonde difformità di funzionamento tra un quartiere e l’altro. Le proposte dei nostri consiglieri per migliorare la situazione però non sono mai state discusse”. Luca Fantoni ha affermato che i Quartieri, per come sono stati impostati, “sono un’occasione persa: non avete avuto il coraggio di confrontarvi con i cittadini e avete perso la possibilità di avere oggi uno strumento ben più convincente”. Il Consigliere ha quindi annunciato l’avvio di un percorso di ascolto delle istanze dei cittadini attraverso libere assemblee di quartiere e quindi “per coerenza, le dimissioni irrevocabili dei consiglieri di Quartiere che appartengono al movimento”. Marco Rabboni ha rimarcato che “con i nostri consiglieri, abbiamo pensato di fare qualcosa di diverso per arrivare alla prossima discussione con qualche elemento in più, sperando ci sia davvero la volontà di mettere mano al regolamento che, come tutti hanno evidenziato, non funziona in maniera adeguata”. E Marco Bortolotti ha affermato che quando sono stati istituiti i Quartieri, “i cittadini non sono mai stati interpellati sulle decisioni da prendere, assunte da una sola forza politica. Noi stiamo cercando di trovare una strada migliore per fare un percorso che sia davvero quello che i cittadini vogliono: ci metteremo a disposizione dei cittadini per ascoltarli e trovare una soluzione per ripristinare uno strumento di partecipazione fondamentale”.

Marco Chincarini di Per me Modena ha esordito affermando di “bocciare l’Amministrazione per come ha difeso i quartieri: proprio perché depotenziati rispetto alle vecchie circoscrizioni meritano protezione, difesa e gli strumenti necessari per potersi esprimere al meglio. Anche l’assessorato non li ha seguiti come avrebbe dovuto. I quartieri sono un importantissimo baluardo della democrazia e forse quattro sono pochi. Dobbiamo aiutare i presidenti a lavorare in modo più coordinato, condividere di più le informazioni, prenderci la responsabilità di farli funzionare”.

Per Sel Marco Cugusi ha contestato il fatto che “il Regolamento non potesse essere fatto diversamente. Io credo che si sarebbe potuto. Voglio che i Consigli di Quartiere abbiano tutta la legittimità che meritano perchè svolgono volontariamente un ruolo istituzionale e questo gli va riconosciuto, ne va della loro dignità. Il fatto di rappresentare in modo proporzionale le forze politiche non è lo stesso che essere eletti direttamente. Loro sono antenne sul territorio, sono i nostri occhi in tutta la città e questo è elemento fondamentale. Ripensiamo l’esperienza in modo democratico ed elettivo”.

“Non ero d’accordo quando è stato approvato il regolamento e non lo sono ora” ha dichiarato Luigia Santoro di Idea-Popolari liberali: “Il regolamento è stato votato solo alla fine di un iter faticoso e solo con i voti della maggioranza. Questa è l’occasione per rimetterlo in discussione: se non è possibile riconoscere un gettone ai consiglieri va quantomeno riconosciuta loro l’elettività. Ci sono persone che saranno disponibili a farlo a costo zero ma eletti dai cittadini. Se non servono si tolgono, se servono si trovi un modo perchè rappresentino la democrazia”.

In conclusione il coordinatore dei presidenti di Quartiere Carmelo Belardo ha sottolineato l’importanza di “questo momento di riflessione che è stato anche l’occasione per tutti i Quartieri di fare il punto sul lavoro svolto in questi 18 mesi. Credo – ha aggiunto – che aldilà dell’esito della sperimentazione, Modena abbia bisogno di luoghi di decentramento, rappresentanza territoriale e partecipazione. All’inizio di questa esperienza c’è stato scetticismo, ma poi i Quartieri hanno cominciato a svolgere un ruolo importante e ora sono un luogo di confronto con i cittadini. L’esperienza quindi va valutata avendo sempre come riferimento quanto di concreto è stato fatto”.

















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