Circoli che organizzano lasagnate per 400 persone, agriturismo che mettono in piedi feste private con catering esterno per centinaia di ospiti, feste politiche che sfamano migliaia di clienti, associazioni di volontari che organizzano punti di ristoro in occasione di eventi sportivi, sagre che dovrebbero fare promozione delle eccellenze agroalimentari e invece sconfinano nella ristorazione: è questo, il panorama della “ristorazione parallela” che caratterizza da settimane i nostri territori.
«Da anni denunciamo in tutte le sedi e in tutte le “salse” il fenomeno delle tante e sempre più rigogliose “zone grigie” nel comparto della ristorazione – commenta Luca Marchini, Presidente di Fipe-Confcommercio Modena – , ma con l’arrivo della bella stagione, l’”offerta parallela” e spesso abusiva nel settore si ripresenta più forte che mai».
È un mercato, quello della ristorazione abusiva, che ha assunto, anche nella nostra provincia, dimensioni rilevanti: recenti stime fanno ritenere che valga circa il 15% di quello ufficiale, per un volume di affari annuo pari ad almeno 60 milioni di euro.
«Bisogna definitivamente comprendere – puntualizza Marchini – che ristoranti in falsi agriturismo, bar-ristoranti in circoli culturali o in circoli sportivi-ricreativi aperti però al pubblico e finte sagre, fanno male al mercato legale alterandone le regole di sana concorrenza, e naturalmente anche all’erario, visto che sottraggono alle casse pubbliche, ogni anno, solo per la nostra provincia, decine di milioni di euro»
«E’ di tutta evidenza – rincara Marchini – che mettere queste attività sullo stesso piano di quelle regolari, facendole uscire dal buco nero dell’abusivismo, significherebbe non solo ripristinare le corrette regole del gioco, ma anche poter recuperare risorse da destinare, ad esempio, a progetti di sviluppo, a investimenti, così come all’abbattimento, parziale, della tassazione su imprese e cittadini».
L’auspicio è che gli enti preposti agiscano mettendo in campo una battaglia sinergica perchè sia scoraggiata, con tutti i mezzi a disposizione, l’”offerta parallela” in un settore così penalizzato dalla crisi e che solo ora sta cercando di riprendere ossigeno.