Il 28 maggio 2016, a Bologna, il mondo del volontariato si riunisce per riflettere sulla propria identità e sulle sfide future. L’appuntamento è dalle 9 alle 17, nella sede della Regione Emilia-Romagna (Terza Torre, Sala A, Bologna Viale Della Fiera 8).
Una dozzina di uomini e donne, in rappresentanza del volontariato emiliano-romagnolo, in questi ultimi cinque anni, giorno dopo giorno, mese dopo mese, si sono confrontati all’interno e all’esterno dell’Osservatorio Regionale del Volontariato, organismo preposto a un costante confronto con le istituzioni sui temi della solidarietà, per valutare, pianificare, trovare soluzioni concrete sul variegato welfare.
Ora, dopo cinque anni, arrivati al traguardo dell’8°Conferenza Regionale del Volontariato di Bologna, senza sorprendersi, si è arrivati alla constatazione condivisa di una mancanza di consapevolezza da parte delle medie e piccole associazioni sugli organismi di rappresentanza. Un elemento a cui consegue la fragilità e l’inevitabile immobilismo del volontariato rispetto alle decisioni normative, e non solo, che lo riguardano. Le associazioni sono infatti prevalentemente coinvolte nelle attività concrete piuttosto che nelle dinamiche politiche.
Si è cercato, quindi, di colmare queste lacune attraverso azioni di informazione, consultazione e sensibilizzazione insieme ai Comitati Paritetici Provinciali. È, infatti, fondamentale che il volontariato capisca che deve prendere in mano le redini della propria sorte, accettando anche gli inevitabili cambiamenti che il progredire degli eventi impone, anche in relazione alla Riforma del Terzo Settore.
A tal fine, l’Osservatorio ha preparato un documento programmatico in sette punti, in cui vengono affrontate alcune delle tematiche più rilevanti per animare il dibattito in Conferenza. Filo conduttore della riflessione è proprio il rischio per il volontariato di perdere il contatto con la rappresentanza, con la conseguenza di non portare la sua voce nei tavoli decisionali. Una separazione tra testa e braccia che mina il dialogo e la collaborazione con le varie anime del volontariato nel Terzo Settore. Un esempio, è la fine dei Comitati paritetici, ente preposto al costante confronto tra rappresentanti del volontariato e degli enti pubblici, sul cui futuro c’è molto da riflettere.
Altra faccia della stessa medaglia è il supporto all’operatività delle associazioni. In questo senso è fondamentale la presenza dei Centri di Servizio per il Volontariato sui territori che consentono di garantire, attraverso prestazioni e competenze, la vitalità del volontariato.
La conferenza sarà inoltre un’occasione per interrogarsi su come contribuire e creare risposte valide ai bisogni sociali. E ancora, sul tipo di sostegno di cui necessitano le organizzazioni per salvaguardare la propria autonomia. Non mancherà poi una riflessione su come rapportarsi con il fenomeno sempre più consistente del volontariato individuale, che si muove al di fuori delle logiche dell’associazionismo organizzato. Altro aspetto che sarà preso in esame è la definizione della linea di demarcazione tra lavoro e volontariato, il secondo infatti non deve sostituirsi al primo, ma mantenere le proprie peculiarità.
Obiettivo dell’Osservatorio è ricevere dalla Conferenza stimoli per una relazione di indirizzo da presentare alla Regione, affinché quest’ultima possa tenerne conto prima di legiferare.
Il 28 maggio è quindi un appuntamento importante e decisivo in cui il volontariato potrà porre le basi di un percorso per ricostruire e ridefinire la propria identità e la propria insostituibile presenza nel contesto sociale contemporaneo.