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‘Rifugiati sul palco a Salvaterra’ in occasione del Salvaterra Rock

Teatro-profughiMercoledì 27 aprile, alle ore 21.00, fa tappa all’Oratorio Giovanni Paolo II di Salvaterra di Casalgrande il commovente spettacolo ‘Questo è il mio nome’, che vede in scena un gruppo di giovani rifugiati e richiedenti asilo, arrivati a Reggio Emilia negli ultimi anni.

L’appuntamento è alla 30° edizione di ‘Salvaterra Rock’, organizzata dal Circolo Acli e dalla parrocchia, con il patrocinio del Comune di Casalgrande, che si apre proprio con l’emozionate rappresentazione del Teatro dell’Orsa, che tanti consensi ha riscosso in giro per l’Italia.

I giovani che calcano la scena vengono dall’Africa sub-sahariana, hanno camminato i deserti, hanno attraversato i mari, sono odissei che cercano un’Itaca chiamata vita. Chi vuole ascoltare può comprendere la ricchezza di un sentire che racconta uomini gonfi di ferite, desideri, slanci verso la felicità. Arrivati con niente, portano tutto sé stessi, ci arricchiscono di nuove parole, suoni, idee, slancio vitale, speranze di futuro. Ci aiutano a ricordare la dignità di ogni persona. Sono portatori di saperi, storie e cultura di un mondo che inesorabilmente si avvicina verso l’Europa. Rivelano sguardi e prospettive che non possiamo conoscere se non incontrandoli. E se le parole non sono ben pronunciate, i movimenti sono tecnicamente imperfetti, i ritmi qua e là sgranati, ci si rende conto che si tratta di questioni marginali: ciò che conta è la straordinaria forza d’impatto sullo spettatore, la contagiosa energia che scaturisce e si diffonde dal palco alla platea.

Il progetto teatrale è realizzato con il sostegno del Comune di Reggio Emilia, progetto Sprar, Dimora d’Abramo e si inserisce nei programmi di intervento per l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati a Reggio Emilia. Da due anni attraverso laboratori teatrali i giovani rifugiati, accolti dalla Dimora d’Abramo, hanno cominciato a raccontare le loro storie, partendo dalle memorie che ci rendono uguali come uomini: i giorni felici dell’infanzia, la relazione con padri e madri, i saperi di cui ognuno è portatore. E poi una realtà che nega la sopravvivenza, il dramma della fuga da casa, la speranza di una vita migliore, la vicinanza costante con la morte. Alla fine questi sono diventati i temi dello spettacolo ‘Questo è il mio nome’, ideato e diretto da Monica Morini e Bernardino Bonzani. Sul palco: Ogochukwu Aninye, Mamoudou Camara, Djibril Cheickna Dembélé, Ousmane Coulibaly, Ezekiel Ebhodaghe, Mouaz Keita Mandjou, Baye Niase, Lamin Singhateh e il mediatore culturale Abdoulaye Conde. Coordinamento di Marco Aicardi, collaborazione alla drammaturgia Annamaria Gozzi, ideazione luci Lucia Manghi, tecnica Andrea Alfieri
















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