Si svolgerà sabato prossimo, 2 Aprile, l’inaugurazione del rifacimento di Via Cavallotti, al termine dei lavori di riqualificazione del tratto compreso tra piazza Martiri Partigiani e piazzale Porrino, grazie all’intervento ed al sostegno dell’Ingegner Franco Stefani di System.
Il programma della cerimonia d’inaugurazione prevede, alle ore 11, il ritrovo di Autorità, invitati, e cittadini nei pressi dell’intersezione tra via Cavallotti e piazza Martiri Partigiani. Da li partirà il corteo lungo Via Cavallotti guidato dalla Banda cittadina La Beneficenza assieme al Gonfalone della Città di Sassuolo, fino alla Scuola Materna S. Anna dove si svolgeranno i discorsi ufficiali, il discorso del Sindaco e dello sponsor Franco Stefani. Al termine verrà scoperta la targa d’intitolazione e ringraziamento con lancio di palloncini da parte dei bambini di S.Anna.
Alcuni cenni storici di via Felice Cavallotti descritti da Luca Silingardi.
Già nel 1425, quando venne compilato un nuovo estimo catastale per il marchese Niccolò III d’Este, era accertata a Sassuolo l’esistenza di due borghi extra moenia, cresciuti cioè al di fuori dell’abitato fortificato della Rocca, in cui si accentrò la vita religiosa e sociale del paese, oltre al sempre più importante mercato, fissato ogni martedì e indispensabile agli scambi commerciali tra la pianura e la montagna dell’intera fascia pedecollinare. Questi due borghi si svilupparono lungo due direttrici incrociate in uno schema assiale fondamentale per la successiva forma urbis di Sassuolo: verso oriente, lungo la via Maestra o Claudia, che si dirigeva verso Fiorano, il cui abitato fu indicato come “Borgo” propriamente detto, e verso meridione, lungo la via per la montagna – l’attuale via Felice Cavallotti – a fianco del canale di terraferma – detto “de Saxolo” – che alimentava il fossato castellano prendendo le acque dal fiume Secchia. Di quest’ultimo nucleo, indicato come “Borgo Superiore”, successivamente ampliatosi nel “Borgo Inferiore”, certamente il più antico e complesso per via delle numerose trasformazioni, oltre a metà dell’odierna piazza Martiri Partigiani faceva parte anche il primo tratto dell’attuale via Cavallotti.
La presenza del canale Maestro, detto “di Modena” a seguito di un accorpamento con quello destinato a portare le acque alla Comunità modenese, non mancò di influenzare l’assetto urbano del “Borgo Superiore” che, seguendone il corso, assunse una particolare forma triangolare, ancora oggi riconoscibile nell’isolato compreso tra vicolo Conce e via Cavallotti, concentrando al proprio interno le numerose attività manifatturiere che necessitavano della forza idraulica. Nel Borgo Superiore nel Quattrocento, oltre all’ospizio di Santo Stefano, erano presenti una fornace per laterizi, una conceria, un “follo” della canapa, un mulino, una fucina da fabbro, oltre ad una bottega di ferramenta, una calzoleria, una drogheria e un laboratorio di oreficeria. Ad inizio Seicento fu edificato l’ospizio di Sant’Anna, trasformato a metà Settecento in Ospedale civile. Qui sorse la “Fabbrica della Majolica” – la prima manifattura ceramica sassolese, attiva dal 1741 e poco dopo rilevata dai Dallari, per passare nell’Ottocento prima ai Ferrari Moreni poi ai Rubbiani, che ne condussero la fama sui mercati internazionali . Il cordone urbano era circondato da portici, sacrificati via via, tra la seconda metà del Settecento e l’inizio del Novecento, per permettere ai carri di transitare con maggiore scorrevolezza e che successivi, disordinati e irrispettosi interventi di demolizione e ricostruzione degli anni sessanta e settanta del Novecento hanno arrecato profonde cicatrici, ben visibili a tutti anche ora che una maggiore attenzione e una più profonda conoscenza della storia urbanistica e architettonica della città hanno consentito di portare a termine importanti restauri e significative riqualificazioni, come quella recentemente conclusa.