A due anni esatti dall’avvio, sono stati presentati a Vienna i risultati dello studio clinico sperimentale in corso nella provincia di Reggio Emilia sull’utilizzo della Tomosintesi.
La Digital Breast Tomosyntesys (DBT) è considerato il più avanzato modello di indagine radiologica mammaria attualmente disponibile sul mercato ed è presente in poche sedi tra cui gli ospedali di Reggio Emilia, Scandiano e Guastalla.
L’annuale Congresso europeo di radiologia tenutosi a Vienna nei giorni scorsi, con oltre 30.000 iscritti, ha avuto un evento a margine organizzato da General Electric, produttrice della DBT, dedicato alle nuove frontiere della diagnostica senologica. In questa occasione Pierpaolo Pattacini, Direttore del Dipartimento Interaziendale di Diagnostica per immagini e della Struttura Complessa di Radiologia del Santa Maria Nuova, ha presentato in anteprima i risultati del primo studio sulla efficacia della diagnosi con DTB.
La Tomosintesi è presente al Santa Maria Nuova dal luglio del 2013. L’apparecchiatura è prodotta da General Electric, la più grande azienda mondiale del settore, che ha installato la sua seconda Tomosintesi al Santa Maria Nuova poche ore dopo avere attivato la prima a Parigi. L’azienda leader ha eletto Reggio Emilia come centro di riferimento per il Sud Europa nell’ambito delle collaborazioni scientifiche sulla diagnosi.
Lo studio svolto nel nostro territorio ha previsto l’arruolamento di circa 40mila donne sottoposte a screening mammario, la metà delle quali (in una fascia di età compresa tra 45 ai 70 anni) hanno effettuato sia esame con Tomosintesi che Mammografia Tradizionale. Il doppio esame viene effettuato un’unica volta nella vita della paziente.
Il dato significativo presentato al simposio europeo mostra che il doppio esame offre maggiore precisione nella diagnosi, con un aumento del 45% della probabilità di rilevare il tumore in fase precoce. I primi dati evidenziano, inoltre, che la precisione della diagnosi è confermata anche nei casi di sospetta lesione.
Come spiega Pierpaolo Pattacini: “Lo studio radiologico della mammella necessita di altissima definizione perché possa mettere in evidenza correttamente, oltre a noduli e distorsioni, le microcalcificazioni. E’ questo il compito che svolge la Tomosintesi Mammaria, simile per alcuni aspetti ad una TAC. Essa permette di vedere il seno in sezioni sottili invece che in un’unica lastra”.
IL PROGRAMMA DI SCREENING MAMMOGRAFICO
Nell’arco della vita 1 donna su 9 si ammalerà di tumore al seno. Resta il tumore più frequente nel sesso femminile. La prevenzione con l’adesione agli screening e ai controlli medici con regolarità ha un ruolo fondamentale nella progressiva riduzione della mortalità. Grazie a diagnosi sempre più precoci e approcci farmacologici personalizzati, le probabilità di cura sono significativamente aumentate. Lo screening, secondo le indicazioni del Ministero della salute italiano, si rivolge a donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e prevede l’esecuzione dell’esame mammografico ogni due anni. È in questa fascia d’età, infatti, che si concentra fino all’80 per cento dei tumori al seno. In Emilia Romagna la fascia di età interessata dallo screening è più ampia, interessando donne più giovani nella fascia 45-49 e donne più anziane fino a 74 anni d’età. L’allungamento della vita e il protrarsi di un buono stato di salute inducono a pensare, infatti, che sia vantaggioso un monitoraggio più ampio. Il valore aggiunto di partecipare fin da subito e con costanza allo screening è il poter individuare sempre più precocemente eventuali lesioni, quando sono ancora di piccole dimensioni.
LA SITUAZIONE A REGGIO EMILIA
Il dato della adesione allo screening da parte delle donne nella età compresa tra i 50 e i 69 anni è oggetto di raffronto tra regioni e provincie italiane e mostra come, in ambito regionale, il dato reggiano sia di assoluto rilievo, essendo pari al 79% contro una media nazionale pari al 57%. Quante tra quelle che si sono sottoposte allo screening mammografico vengono richiamate per approfondimenti? Di tutte le mammografie in screening effettuate nella provincia di Reggio (circa 47.000 nell’anno 2014) soltanto il 3,7% è stato invitato a eseguire approfondimenti. Nel nostro territorio, stando al dato regionale, si riscontrano circa 5 lesioni maligne ogni 1.000 donne che hanno eseguito il controllo preventivo. L’esame mammografico comporta, per ogni donna, la realizzazione di 4 radiogrammi (due dal lato destro e due da quello sinistro). Le immagini vengono analizzate da due specialisti radiologi che, singolarmente e in tempi differenti, stilano il proprio parere diagnostico. Se c’è discordanza di opinione, entro 24 ore interviene un terzo radiologo, cosiddetto “senior” in quanto più esperto. Se due radiologi hanno un sospetto, la donna viene richiamata e sottoposta ad ulteriori accertamenti. Sono in media 450 ogni anno al Santa Maria Nuova i nuovi casi di tumore e circa 880 gli interventi, compresi quelli di ricostruzione. L’obiettivo è ridare alla donna la propria integrità psicofisica. Il grado di soddisfazione delle pazienti viene rilevato attraverso questionari appositamente somministrati, i cui esiti contribuiscono a offrire una assistenza sempre migliore.