Riparte la domanda e le vendite a prezzi correnti mostrano un leggero aumento (+0,4 per cento) nel quarto trimestre 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014 per gli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia-Romagna. Nel complesso migliorano leggermente i giudizi sull’eccedenza delle giacenze. Anche per la stagionalità, le attese sono di una netta riduzione delle vendite nel primo trimestre del nuovo anno. Il 2015 si chiude con il primo segno positivo dal 2007 grazie a una ripresa delle vendite dello 0,5 per cento. Questa indicazione emerge dall’indagine congiunturale sul commercio al dettaglio realizzata in collaborazione tra Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.
Le tipologie. Continua il calo delle vendite del dettaglio specializzato alimentare (-0,6 per cento), mentre lo specializzato non alimentare mostra segnali di ripresa (+0,4 per cento). Prosegue la ripresa delle vendite di iper, super e grandi magazzini (+1,4 per cento). Nel complesso del 2015, se le vendite degli specializzati alimentari si riducono lievemente (-0,2 per cento), quelle dello specializzato non alimentare crescono dello 0,8 per cento e quelle di ipermercati, supermercati e grandi magazzini, non vanno oltre una lieve ripresa dello 0,2 per cento. Tuttavia, occorre estrema cautela prima di parlare di ripresa, le attese di una netta riduzione delle vendite nel primo trimestre del 2016 dominano tutte le tipologie del dettaglio.
La dimensione delle imprese. Si conferma la forte correlazione tra andamento delle vendite e dimensione aziendale. L’andamento positivo delle vendite nel trimestre compone una tendenza negativa della piccola distribuzione (da 1 a 5 addetti) e delle medie imprese (da 6 a 19 addetti), -0,2 per cento per entrambe le classi, e una positiva delle imprese con 20 o più addetti (+1,3 per cento). Si base annuale la piccola e la media distribuzione ottengono un lievissimo aumento delle vendite (+0,1 per cento per entrambe), il primo dall’avvio della rilevazione, e le imprese maggiori una più concreta crescita dell’1,1 per cento, la prima dopo quattro anni negativi.
Il registro delle imprese. La lunga fase della crisi preme ancora sulla base imprenditoriale. A fine anno erano attive 47.000 imprese del dettaglio, lo 0,6 per cento in meno (283 unità) rispetto a un anno prima. Crescono rapidamente le società di capitale (+4,5 per cento, +177 unità) e all’opposto, si riducono le società di persone (-292 unità) e le ditte individuali (-167 unità).