Chi è Gesù? Un re, un filosofo, un mago, o un dottore dei corpi. No. Non è nemmeno un mistico, né un sacerdote né un santo. Il movimento della sua parola è quello che pone di fronte un essere umano a un altro essere umano senza pesarne le colpe, né le virtù, né le ricchezze.
In questo caso è l’asino che racconta la storia in “Chi sei tu? Vangelo dell’asino paziente” ispirata al Vangelo secondo Giovanni. E’ proprio il suo asino, che a ritroso ricorda la vita accanto a lui.
Lo spettacolo è in programma nella rassegna La corsa di fuochi, al teatro Drama di via Buon Pastore 57 venerdì 26 febbraio alle 21 (portateci anche i bambini). In scena c’è Antonio Panzuto e il testo è scritto in collaborazione con Alessandro Tognon che ne cura anche la regia (la voce dell’asino è di Giuseppe Panzuto).
Gesù usa parole povere che tutti possano afferrare e fare proprie: prendete, ascoltate, venite, partite, ricevete, andate. Ma quello che vuole, non lo vuole per sé, vuole che noi ci sopportiamo nel vivere insieme. Non dice: “amatemi”. Dice: “amatevi”. La sua parola appare vera solo in quanto disarmata. La sua potenza è di essere privo di potenza, fatto nudo, debole, povero.
La scena è un pezzo di deserto, un confine, una striscia fra ciò che appartiene al cielo e ciò che appartiene alla terra. L’uomo e l’asino camminano insieme, attraversano il deserto, condividono il giorno e la notte, il poco riposo e la fatica. In una scena che racchiude i colori della terra e del cielo, che nasconde segreti pronti a calare dall’alto, li troviamo sempre insieme in questa storia che assomiglia a un sogno.
Tutto il mondo di questo Vangelo dell’asino è sospeso tra chi sta in alto e chi sta in basso, tra figure che scendono sulla terra e figure che si alzano al cielo, sollevate da semplici contrappesi a sottolineare la loro appartenenza al regno della leggerezza. Corpi e forme che vivono sempre tra loro, che non scompaiono mai dalla scena e si interpongono al cammino di asino e Cristo in un deserto che si popola così di creature infinite, marionette disancorate dalle leggi fisiche della gravità, per eseguire meglio di chiunque gesti e passi alternativi. Una macchina scenica su ruote, è realizzata con pezzi di legno, stoffe e ferro, manovrata a vista come le altre figure, sculture, maschere africane, pupi e le Marionette costruite assemblando legni poveri e stoffe, ferraccio e fili di lana.
Microcosmo di un’ originale predicazione evangelica, con le voci registrate popolari e dialettali degli abitanti di Laurito di Salerno, paese d’origine di Panzuto (ed ente patrocinatore del progetto). Lo spettacolo è stato il vincitore del Festival del Sacro di Lucca 2015,
Figura atipica nel panorama teatrale italiano, Antonio Panzuto è un demiurgo gentile, un artista della scena che sfugge alle etichette con sorridente discrezione. Le sue macchine teatrali sono abitate da oggetti e figure azionate a vista tramite grovigli di fili: mescolando legni e metalli, corde e tessuti, produce visioni secondo i segreti dettami di una drammaturgia pittorica che procede per affinità e corrispondenze più che per nessi logici o narrativi. Lo spettacolo fa parte del progetto Andante, è adatto anche per i bambini (a partire dagli 8 anni).
Per informazioni e prenotazioni artistidrama@gmail.com / 328 1827323.