Al 31 dicembre scorso in Emlia-Romagna, le imprese attive femminili erano 85.009, pari al 20,7 per cento del totale delle imprese regionali, con un leggero incremento rispetto alla stessa data del 2014 (+365 unità, pari allo 0,4 per cento). La crisi pesa ancora, ma in minore misura, sulle imprese non femminili, che sono risultate 2.886 in meno (-0,9 per cento). In Italia, le imprese femminili (1.153.435) sono aumentate in misura analoga a quella regionale (+0,4 per cento). È quanto risulta dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna. Le imprese in rosa sono aumentate in 12 regioni italiane. L’incremento più rapido in Trentino-Alto Adige (+1,3 per cento), Calabria (+1,2 per cento), Puglia e Toscana (+1,1 per cento per entrambe). L’Emilia-Romagna è decima per la crescita.
La forma giuridica L’incremento delle imprese femminili è da attribuire alle società di capitale, che sono aumentate notevolmente (+639 unità, pari al 5,0 per cento) e sono diventate il 15,7 per cento del totale, grazie anche all’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata. Questa, però, motiva anche la forte discesa delle società di persone (-327 unità, -2,4 per cento). Le ditte individuali hanno mostrato, invece, una maggiore tenuta risultando poco più che invariate rispetto a dodici mesi prima,(+0,1 per cento, +41 unità). Le cooperative e i consorzi fanno registrare una leggera espansione (+0,9 per cento).
Settori di attività economica Le tendenze non sono omogenee. Se prosegue, più contenuta, la storica contrazione nell’agricoltura (-139 imprese, -1,0 per cento), e la crisi incide ancora sull’insieme del commercio (-132 unità, -0,6 per cento) e sulla manifattura (-93 unità, -1,2 per cento), la tendenza è però chiaramente positiva in quasi tutti gli altri settori. Il maggiore apporto è venuto dai servizi di alloggio e ristorazione (+167 imprese, +1,8 per cento), dalle altre attività dei servizi (+123 unità, +1,3 per cento), trainate dai servizi alla persona e da quelli di riparazione, dai servizi di noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (+100 unità, +3,1 per cento) e dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (+89 unità, +3,1 per cento).
È particolarmente rapido l’incremento delle imprese della sanità e assistenza sociale (+7,1 per cento, per 53 unità), settore dove la riduzione del sistema pubblico apre ampi spazi al privato, determinato in ugual misura dalla crescita delle imprese di assistenza sanitaria e di assistenza sociale residenziale.