Più imprese turistiche e di servizi, meno società di costruzioni e aziende agricole. E’ il profilo dell’imprenditoria regionale alla fine del 2015, come emerge dall’analisi del Registro delle imprese delle Camere di commercio, elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.
Le imprese registrate in Emilia-Romagna sono risultate 462.625 a fine 2015. Ne mancano 1.272 rispetto alla fine del 2014 (-0,3 per cento), ma è la flessione più contenuta degli ultimi quattro anni. A livello nazionale la tendenza negativa si è interrotta e si è avuto un aumento dello 0,3 per cento delle imprese registrate. Le iscrizioni (27.292) sono leggermente aumentate rispetto al 2014 (26.866), un dato che costituisce il minimo degli ultimi 10 anni. Le cessazioni nel complesso del 2015 diminuiscono sensibilmente fino a quota 28.722, dalle 30.536 del 2014.
Il dato regionale delle imprese attive rende l’effettiva capacità della base imprenditoriale. A fine 2015 in Emilia-Romagna, le imprese attive erano 410.280, ovvero 2.521 in meno rispetto a fine 2014, (-0,6 per cento) con una flessione che si è dimezzata in ampiezza rispetto a quella dell’anno precedente. A livello nazionale, nel 2015, la tendenza alla riduzione delle imprese attive si è andata attenuando e la flessione è risultata contenuta allo 0,1 per cento.
Settori. La differenziazione degli andamenti è stata ampia. La riduzione delle imprese attive si deve in gran parte alle costruzioni (-1.552 unità, -2,2 per cento), quindi all’agricoltura, silvicoltura e pesca (-751 unità, -1,2 per cento) e alle attività manifatturiere che perdono 714 imprese (-1,6 per cento). All’opposto è stato particolarmente rilevante in valori assoluti e percentuali l’aumento delle imprese attive del comparto delle attività di noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (+488 unità, +4,5 per cento). Segue a distanza la crescita dei servizi di alloggio e ristorazione (+226 unità, +0,8 per cento).
Forma giuridica. Andamenti nettamente divergenti anche per le tipologie di impresa. Le società di capitale sono aumentate di 2.080 unità (+2,6 per cento), con la più ampia variazione positiva dal 2009, grazie al sostegno dell’attrattività della normativa sulle società a responsabilità limitata, che invece ha gravato sulla diminuzione di 1.896 unità (-2,3 per cento) delle società di persone, la più ampia riduzione da queste mai registrata. Sono andate perdute 2.742 ditte individuali (-1,1 per cento), ma queste sono meno della metà della caduta del 2013. Infine le imprese costituite con altre forme societarie crescono lievemente (+0,4 per cento).
Commento. La fine della recessione appare nella riduzione della mortalità e, nonostante il ritardo con cui si manifestano gli effetti del ciclo economico sulla demografia delle imprese, la ripresa si farà sentire anche sul Registro delle imprese.
Tuttavia, gli effetti strutturali economici e sociali permanenti derivanti della pressione senza precedenti subita dalla base imprenditoriale potranno essere contenuti solo da una ampia e duratura ripresa.