Un decreto di gennaio sancisce l’obbligo, per tutti i soggetti che emettono fatture relative a spese funebri, di trasmettere all’Agenzia delle Entrate, entro il 28 febbraio di ogni anno, una comunicazione contenente l’ammontare delle spese sostenute per ciascun decesso avvenuto nell’anno precedente, con l’indicazione dei dati del soggetto deceduto e dei soggetti intestatari del documento fiscale.
Si tratta di una delle poche normative univoche per un settore che coinvolge oltre 6.000 partite iva abilitate allo svolgimento di un funerale. Per il resto, ogni regione ha la sua normativa, ma talvolta, anche all’interno della stessa provincia, i controlli non sono uniformi.
In altre parole, il settore delle pompe funebri ha bisogno di una Legge Quadro che disciplini in modo trasparente e moderno un’attività che svolge una fondamentale funzione sociale e che non è certo rimasto non è rimasto immune dai notevoli cambiamenti sociali e legislativi che hanno coinvolto la nostra società e la nostra comunità, a cominciare dall’arrivo sul nostro territorio di società estere.
Oggi, però, le normative vigenti in materia di adempimenti amministrativi e di controllo sul rispetto delle leggi in questo settore, non sempre sono sufficienti a garantire uno svolgimento qualificato e professionale dell’attività svolta. E insufficienti sono anche i controlli, tanto che CNA, nel novembre del 2015, ha presentato all’Unione dei comuni del Distretto Ceramico un documento per ribadire l’esigenza di un monitoraggio sullo svolgimento dei servizi funebri. Un intervento necessario, innanzitutto per garantire un servizio che, per importanza e caratteristiche, deve rispondere a requisiti di efficienza, professionalità e moralità, poi per tutelare quelle imprese che hanno investito in questa direzione.
Spiace constatare che questa sollecitazione, a distanza di ormai tre mesi, non si sia rivelata degna di risposta.
“Si tratta – commenta Roberto Masi, presidente di CNA.COM di Modena – di un silenzio difficilmente comprensibile su un argomento sicuramente delicato, ma che credo corra il rischio di essere ritenuto – torto – poco significativo. Per quanto ci riguarda, invece, si tratta di una ambito che merita grande attenzione, nel rispetto degli utenti e delle imprese. Per questo, a livello regionale, ci siamo fatti promotori di un’iniziativa che ci permetterà di confrontarsi anche con il senatore Stefano vaccari sul disegno di legge presentato al riguarda in Parlamento. Rimanendo, per ciò che riguarda il nostro territorio, in attesa di un segnale da parte dell’Unione dei comuni dell’area delle ceramiche, che sino ad oggi si sono invece segnalati per un assordante silenzio”.