Ancora non si consolida la ripresa. Peggiora infatti l’andamento congiunturale nel settore dell’artigianato in Emilia-Romagna. Il rallentamento della crescita della produzione industriale regionale, dal +2,3 per cento del secondo trimestre a un +0,6 nel terzo, per le imprese artigiane si concretizza in un vero arretramento dell’attività produttiva. Nel terzo trimestre 2015, rispetto allo stesso periodo del 2014, il fatturato a prezzi correnti ha perso l’1,7 per cento e la produzione ha subito un arretramento dell’1,1 per cento, mentre era rimasta invariata nel trimestre precedente.
Una prospettiva meno pesante può apparire giustificata dall’andamento degli ordini, che si sono ridotti in misura più contenuta (-0,9 per cento). Le poche imprese con accesso ai mercati esteri continuano a non ottenere da questi dei risultati positivi. Ma, se il fatturato estero è in leggera flessione (-0,9 per cento), la tendenza degli ordini esteri è risultata lievemente positiva (+0,2 per cento) e lascia sperare.
Queste indicazioni emergono dall’indagine sulla congiuntura dell’artigianato realizzata in collaborazione tra Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.
Il Registro delle imprese Gli effetti della crisi continuano a manifestarsi nell’emorragia delle imprese. A fine settembre le imprese artigiane manifatturiere attive ammontavano a 29.355, con un calo del 3,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2014, pari a 952 imprese in meno.
La flessione della base imprenditoriale è risultata più ampia di quella che ha interessato il complesso delle imprese della manifattura regionale (-1,6 per cento) e anche della riduzione delle imprese artigiane manifatturiere a livello nazionale (-1,9 per cento).