Mentre prosegue per piccoli passi, ma senza interruzioni, la ripresa delle quotazioni, per il Parmigiano Reggiano giungono segnali decisamente buoni sul fronte dei consumi.
Gli acquisti dei consumatori nella GDO, infatti, nei primi 11 mesi dell’anno hanno evidenziato una crescita del 3,1%.
Un dato generale soddisfacente – sottolinea il Consorzio di tutela – e di segno completamente opposto rispetto a quel -5% complessivo che hanno fatto segnare gli altri formaggi duri (Dop e non Dop).
Per il bimestre ottobre-novembre, poi, si segnala un picco del 15% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, grazie anche alla spinta promozionale impressa dalle catene distributive in relazione alle ridotte quotazioni dei mesi passati.
“Gli operatori della distribuzione e i commercianti all’ingrosso – sottolinea il Consorzio – evidenziano un andamento analogo anche per dicembre, cui va ad associarsi un incremento delle vendite dirette da parte dei caseifici (sia negli spacci che con i canali online) che va oltre il 20% rispetto al Natale 2015”.
Ad incidere sull’aumento dei consumi, peraltro, non sono soltanto le festività natalizie e di fine anno, che tradizionalmente innalzano gli acquisti da parte dei consumatori.
“La forte crescita delle vendite dirette da parte dei caseifici – spiega il Consorzio – è infatti ormai una costante che si va consolidando, e seppure riferita ad una quota di prodotto ancora limitata di prodotto (si prevedono 310.000 forme nel 2015, pari a circa il 10% della produzione totale) è indicativa di un percorso che apre buone prospettive per i produttori in termini di redditività”.
Al buon andamento dei consumi interni si affianca anche la progressiva ripresa delle quotazioni del Parmigiano Reggiano.
Nelle sedute della Borsa comprensoriale avvenute tra metà ottobre e metà dicembre si è infatti registrato un aumento di 45 cent/kg (+ 6,1%) per il prodotto di 12 mesi, mentre per il più stagionato l’aumento è stato pari a 60 cent/kg, con un +7,5% %.
La produzione, intanto, appare stabile rispetto al 2014: a fine novembre, infatti, i volumi dei primi 11 mesi fanno segnare un modesto -0,3%
“Lo scenario internazionale del settore lattiero caseario – sottolinea il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai – induce comunque a prudenza nelle valutazioni di prospettiva, ma i dati legati a consumi, export, flessione delle scorte, cui si associano le nuove azioni intraprese dal Consorzio in tema di promozione in Italia e all’estero e quelle messe in atto con le modifiche apportate al disciplinare a tutela della qualità e a contrasto di ogni forma di contraffazione, inducono a prevedere – a parità di produzione – una progressiva ripresa di redditività”.
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