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Il poeta sassolese Sergio Camellini ha pubblicato il suo ultimo volume di poesie “Bagliori”

Camellini+cover“La buona poesia trabocca spontaneamente dai forti sentimenti: essa scaturisce dalla commozione raccolta in calma” ha scritto il poeta inglese William Wordswrth. E la buona poesia, quella che nasce dai sentimenti più belli, trabocca anche nell’ultima raccolta dal titolo “Bagliori” (Ursini Edizioni, Catanzaro 2015) del sassolese Sergio Camellini.

Un libro che si legge d’un fiato come un avvincente romanzo d’amore o un thriller di Agatha Christie. Siamo, insomma, in presenza di un poeta a tutto campo che usa sapientemente il grimaldello dei sentimenti più autentici, quelli che immediatamente toccano il cuore e saziano l’anima.

Psicologo clinico nato a Sassuolo 75 anni fa, Sergio Camellini risiede da molti anni a Modena. Sin da ragazzo si è rifugiato in quell’antica passione di “arte povera” della civiltà contadina e dei mestieri, mondo dal quale ora estrapola la sua ispirazione poetica.

Le parole-chiave della sua poesia diventano la stessa chiave di lettura del suo mondo, del suo essere uomo e poeta: “libertà”, “vita”, “pensiero”, “amore”. E il gioco quasi magico dei tanti piccoli-grandi bagliori che è riuscito a trasmetterci non fa che esaltare la bellezza dei suoi pensieri, la pienezza della sua espressività, quella luce argentea che ci fa da guida nel non facile cammino della vita, ricordandoci che siamo uomini pensanti e non dei poveri burattini senza voce.

Ed è un piacere seguirne gli sviluppi, le aperture, le genuflessioni, gli impulsi, gli entusiasmi, i colori cangianti, la determinazione, quel senso di umanità che bussa con insistenza alle porte del cuore e che marchia alla grande una poesia decisamente intrigante e moderna.

Il poeta, nel suo discorso, non lascia orme. Anzi, insiste con gradualità nel coniugare realtà e pensiero, nel non lasciarsi irretire dal vacuo rincorrersi che caratterizza la quotidianità, nel seguire gli ingranaggi della vita con animo sereno, maturo, accettando il dolore e avvolgendo il più possibile intorno a sé il filo rosso dell’amore… Poesia, dunque, la sua, che si sviluppa al canto, lieto e sofferto, dell’anima guardando al dopo con autentico coraggio.  Come a dire che le sue parole, dette o suggerite, sono assai simili a “un germoglio / d’amore” e intessute con il batticuore di chi, come lui, sa disegnare ancora la vita con dignità e fantasia, nonostante gli anni.

















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