Arrestare le dinamiche di crescita fiscale, con particolare riferimento a TARI e IMU dalla cui applicazione vanno esclusi i beni strumentali d’impresa; destinare una quota degli oneri di urbanizzazione a progetti di rigenerazione urbana; riorganizzare i livelli istituzionali, puntando sulle fusioni e favorendo così nuovi investimenti: semplificare le procedure amministrative dando vita a commissioni ad hoc; combattere evasione, nonché vecchie e nuove forme di abusivismo; incrementare gli investimenti di risorse e uomini sul tema della sicurezza.
Sono queste, in sintesi, le richieste di Rete Imprese Italia – aggregazione tra Confcommercio, Cna, Confesercenti, Fam, Lapam e Licom – ai comuni modenesi in vista dell’elaborazione dei bilanci di previsione 2016.
“In un quadro di lieve ripresa economica, alimentata da dinamiche internazionali favorevoli, vanno messe in campo – afferma Giorgio Vecchi, presidente provinciale di Confcommercio e coordinatore di Rete Imprese – misure strutturali, a livello centrale ed in periferia, capaci di mettere al centro le ragioni delle micro piccole e medie imprese italiane, che rappresentano il 98% del tessuto produttivo, danno lavoro a quasi il 52,5% degli occupati, realizzando il 69% del fatturato del Paese”.
“La legge di stabilità – puntualizza Umberto Venturi, presidente provinciale di Cna – ha finalmente imboccato la strada della riduzione, pur lieve, delle tasse, che va perseguita anche a livello locale, con particolare riguardo a IMU e TARI: continuiamo a ritenere che l’IMU non debba essere applicata agli immobili strumentali e che sulla TARI vada strutturato un sistema tariffario capace di fotografare la reale produzione di rifiuti, mixando tra metri e capacità produttiva ed anche correggendo la ripartizione ormai superata tra utenze domestiche e non domestiche”.
“Crediamo poi – continua Massimo Silingardi, presidente provinciale di Confesercenti – che, anche a fronte dei processi in atto e che avverranno di conversione e rifunzionalizzazione di pezzi di aree industriali-artigianali delle nostre città desertificate o in grande crisi ‘di identità’, sia utile riservare una quota dei relativi oneri di urbanizzazione a progetti di rigenerazione urbana che pongano al centro il tema della valorizzazione e rinascita del commercio e artigianato di vicinato”.
“Ribadiremo ai comuni – precisa Luigi Munari, presidente provinciale di Lapam Confartigianato – che riorganizzare i livelli istituzionali, semplificare le procedure e sburocratizzare sono assi di intervento prioritari: bisogna puntare con forza sulle fusioni per avere una leva in più sul terreno degli investimenti, armonizzare su scala di area vasta i principali regolamenti di politica locale ed in tal senso proporremo la costituzione di commissioni miste che in un arco temporale determinato, definiscano gli ambiti e le procedure da semplificare”.
“Un altro tema – dichiara Giorgio Vecchi – ci sta particolarmente a cuore ed ha a che fare con la tenuta delle regole di leale concorrenza: quello dell’abusivismo. Che tocca storicamente diversi settori – ristorazione, locali notturni, artigianato di servizio – ma che sta dilagando in nuovi comparti, come quello della ricettività, dove una miriade di esercizi ricettivi abusivi e veicolati da piattaforme di prenotazione on line, inquinano il mercato con un’offerta parallela, sfuggendo a qualunque norma in materia di fisco, previdenza, lavoro, igiene e sicurezza e ordine pubblico”.
Proprio in tema di sicurezza e ordine pubblico, Lapam, Confesercenti, Fam Confcommercio e Cna, anche a fronte dell’escalation di delittuosità verificatosi nelle ultime settimane, chiedono un potenziamento del presidio territoriale, investimenti sul tema della videosorveglianza, la forte compartecipazione dei comuni al Fondo Sicurezza della Camera di Commercio, nonché l’adozione di progetti sperimentali di videosorveglianza privata sulle principali aree critiche del territorio.