Lapam Confartigianato di Modena e Reggio Emilia, in collaborazione con Confcooperative e con il co-finanziamento dalla Regione Emilia Romagna, ha proposto ‘I like eat’, una iniziativa finalizzata ad aiutare le Pmi del settore alimentare ad avviare e sviluppare la propria attività commerciale all’estero. L’incontro, organizzato anche grazie al sostegno di Irecoop ER e Roncucci&Partners, ha visto la partecipazione di Gianluca Baldoni, responsabile per la Regione Emilia Romagna di Sprint (sportello per l’internazionalizzazione delle imprese). Baldoni ha presentato gli strumenti messi in campo dalla Regione per affiancare le imprese accompagnandole verso i mercati esteri. “La filiera dell’agroalimentare in Emilia Romagna rappresenta un cluster di eccellenza internazionale capace di conciliare tradizione e innovazione raggiungendo alti standard qualitativi e di sicurezza dei prodotti – ha sottolineato -. Le imprese regionali sono competitive non solo per le produzioni vegetali ed animali ma grazie anche all’efficienza nei settori di trasformazione e conservazione di questi stessi prodotti e nei comparti trasversali come la meccanica agricola e il packaging alimentare”.
In Emilia-Romagna ci sono 41 prodotti certificati Dop (Denominazione di Origine Protetta) e Igp (Indicazione Geografica Protetta), tra cui marchi famosi a livello mondiale come il Parmigiano Reggiano e l’Aceto balsamico di Modena. I prodotti Dop regionali rappresentano più del 40% del fatturato rispetto al totale nazionale.
La giornata è stata incentrata su un focus sull’internazionalizzazione e la valorizzazione del territorio e su oltre 80 incontri B2B personalizzati tra le 20 imprese partecipanti e i buyer alimentari stranieri provenienti dai principali mercati europei, come il Regno Unito, e dall’area dei Balcani.
“Per le piccole e medie imprese è fondamentale mettersi insieme e aggregarsi per affrontare nuovi mercati – ha specificato William Toni, presidente nazionale Comparto Carni Confartigianato -. Al 2014 le esportazioni regionali della filiera dell’agroalimentare ammontano a circa 6,6 miliardi di euro (+60% rispetto al 2005), il 17,1% sul totale nazionale. I settori dell’agroalimentare rappresentano il 12,5% delle esportazioni dell’Emilia-Romagna. E’ per questo necessario che i piccoli si aggreghino per poter penetrare con più forza all’interno dei mercati in espansione”. “I buyer hanno inoltre visitato le realtà produttive sul territorio, facendo visite guidate all’interno di un caseificio, un salumificio, un’acetaia e una cantina – ha concluso Antonio Ferraguti, Direttore Fedagri Confcooperative -. Hanno potuto quindi ‘toccare’ con mano il modus operandi artigiano delle nostre imprese caratterizzato dal legame col territorio e da un saper fare che intreccia perfettamente tradizione e innovazione”.