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Artigianato, la ripresa passa dall’innovazione e dall’internazionalizzazione

Giornata-artigianato-26-11La crisi ha colpito duro le imprese artigiane dell’Emilia Romagna. Hanno retto meglio l’urto soprattutto quelle che hanno puntato sull’internazionalizzazione dei mercati e l’innovazione ma sullo sfondo rimane, per il presente e per il futuro, la difficoltà ad accedere al credito. È questo in sintesi quanto emerso durante i lavori della “Giornata regionale dell’artigianato” – promossa da Regione, Commissione Regionale Artigianato, Cna e Confartigianato dell’Emilia-Romagna – che si è svolta oggi a Bologna.
In Emilia-Romagna delle oltre 400 mila imprese presenti, oltre il 30% fa parte del settore artigiano: sono 132.350 le imprese artigiane attive (il 32,1% del totale) con oltre 305.500 addetti (17,2% del totale). Di queste Il 15,5% sono imprese femminili, il 10,3% imprese giovanili e il 18,3% straniere. Dal 2009 al 2014 il saldo è negativo (-9.596 imprese) con 63.920 imprese cessate e 54.324 nuove nate.
La ripresa dell’artigianato in termini di fatturato è più decisa nelle province di Modena (+7,8%), Parma (+3,1%). Forlì-Cesena (+2,7%), Piacenza (+2,5%), Rimini (+0,4%). In negativo Ferrara (-11%), Ravenna (-8,1%), Reggio Emilia (-4,4%). Stabili i fatturati a Bologna (-0,04%). Le imprese artigiane con contratto di rete nel periodo 2008-2014 hanno incrementato l’occupazione dell’8 per cento.
«Dopo un momento di impasse i dati indicano – ha evidenziato l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi – che l’andamento per le aziende artigiane è in miglioramento, e soprattutto che le imprese artigiane investono nonostante l’accesso al credito non sia semplice per le piccole e medie imprese. E questo dimostra che hanno ben compreso le linee direttrici di sviluppo del futuro».
Poi l’assessore Costi ha aggiunto che l’Emilia Romagna «è una regione artigiana, e sull’artigianato ha fondato parte del suo comparto produttivo. E’ un tratto saliente, distintivo della nostra economia e dei nostri prodotti. Un marchio intangibile ma allo stesso tempo indelebile. Il saper fare, tipico del lavoro artigiano, è fondamentale non solo per la qualità ma anche per la crescita della competitività delle imprese. Proprio per questo sia nel programma di mandato del presidente Stefano Bonaccini sia nel ‘Patto per il lavoro’ è riconosciuta una centralità nell’artigianato con l’obiettivo di creare nuova e buona occupazione e far nascere nuove imprese. La Regione sarà impegnata a sostenere la sfida per il futuro dell’artigianato emiliano romagnolo, attraverso la scuola e la formazione professionale, attraverso il sostegno alla ricerca industriale e alle forme di creatività che dovranno essere interdisciplinari e contagiare le imprese che dovranno farsi contaminare. Attraverso, infine, l’accompagnamento all’internazionalizzazione e il sostegno all’accesso al credito prioritariamente con forme di garanzia».
Negli ultimi anni le imprese artigiane hanno partecipato in larga misura ai bandi della Regione rappresentando, infatti, quasi il 25% delle imprese beneficiarie totali.
Rispetto ai fondi di garanzia e ai fondi rotativi le imprese artigiane  risultano beneficiare per oltre il 50% degli stanziamenti con un numero di imprese partecipanti pari al 75% di quelle totali. Anche nelle misure per la ricerca assorbono quasi il 15% delle risorse e rappresentano il 13,7% delle imprese finanziate. Sull’internazionalizzazione  sono presenti attraverso i loro consorzi ma anche direttamente nelle partecipazioni fieristiche assorbendo dal 10 al 25 per cento delle risorse annuali: nei progetti promozionali di sistema dove grazie all’azione delle associazioni la loro partecipazione è pari al 50% delle iniziative promosse. Nel 2015, nell’ambito dell’ICT, le imprese artigiane che hanno partecipato al bando superano il 20% del totale. Infine le aziende artigiane hanno mostrato un grande protagonismo anche nei progetti di espansione produttiva nelle aree del sisma dove il 38% delle imprese finanziate è rappresentato proprio da imprese artigiane.

















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